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Una macchina del tempo formato Friuli Venezia Giulia: una regione come un atlante storico da sfogliare, semplicemente spostandosi sul suo territorio, per conoscere e immergersi nella storia europea del “secolo breve”, da un capo all’altro dell’estremo nord-est d’Italia. È il nuovo progetto “Viaggiatori nel tempo”, promosso dall’Università di Udine e Friuli Storia, con il supporto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura e la partnership di Promoturismo Fvg e molte realtà culturali.

La Foiba di Basovizza a Trieste.


Primo tassello di “Viaggiatori nel tempo” era stata, lo scorso marzo, la messa online del portale frontieraest.it che, per iniziativa dell’Ateneo friulano e Friuli Storia, valorizza l’imponente patrimonio culturale lasciato in eredità alla regione dalla Guerra Fredda: un circuito di oltre 1.300 bunker e strutture sotterranee che oggi rappresentano una straordinaria finestra sul conflitto globale della seconda metà del secolo scorso. Di queste centinaia di strutture difensive, solo quattro sono state finora recuperate e valorizzate ad uso turistico: una nel Vallo alpino del Littorio nel Comune di Villa Santina, due riadattate dalla Nato negli anni Cinquanta, nei Comuni di Malborghetto-Valbruna e di Paluzza a Monte Croce Carnico, e una struttura originale Nato, il Bunker San Michele nel Comune di Savogna d’Isonzo. Partner d’eccezione per lo sviluppo di Frontiera Est era stato il Centro studi sulla Guerra Fredda dell’Università di Harvard diretto dallo storico Mark Kramer, co-promotore del Forum internazionale “Terre di confine” che aveva riunito a Udine e Gorizia un think tank di oltre 40 studiosi provenienti da tutto il mondo per due giorni di lavoro sulla storia della Guerra Fredda nelle aree di confine.

Tommaso Piffer


«Dall’esperienza di Frontiera Est nasce oggi un ben più ambizioso progetto, “Viaggiatori nel tempo” – spiega lo storico e docente Università di Udine, Tommaso Piffer, curatore dell’iniziativa – che ha l’obiettivo di mettere in rete siti, musei, memoriali, collezioni pubbliche e private sulla storia del Novecento in Friuli Venezia Giulia, per trasformare la regione in una straordinaria macchina del tempo, unica in Italia e in Europa. Questo territorio, infatti, è stato testimone di tutti i grandi confitti del Novecento: la Prima guerra mondiale, la Seconda guerra mondiale e la Guerra Fredda. Qui si sono sovrapposte tutte le grandi fratture che hanno segnato il secolo scorso: la frattura nazionale tra popoli in competizione per lo stesso territorio, la frattura tra fascismo e antifascismo, e la frattura tra comunismo e anticomunismo. Qui, più che in altre zone d’Italia, è evidente il grande cambiamento che, dal secondo conflitto mondiale in poi, ha trasformato un Paese prevalentemente agricolo in una grande potenza industriale. Se il Friuli Venezia Giulia, come ha scritto Ippolito Nievo, è un “piccolo compendio dell’Universo”, a maggior ragione è un perfetto compendio del Ventesimo secolo».

Il monumento-ossario di Oslavia a Gorizia.

E da ieri “Viaggiatori nel tempo” si è aperto a tutti: enti locali, associazioni e privati cittadini. Chiunque potrà diventarne “co-promotore” segnalando i siti che entreranno a far parte di questa rete Friuli Venezia Giulia per la storia del Ventesimo secolo: basterà compilare il form disponibile online, sul sito del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, di Friuli Storia e di Promoturismo, e inserire i dettagli di musei, collezioni private, memoriali, ecomusei o parchi tematici potenzialmente interessanti per questa “macchina del tempo” regionale. «Abbiamo voluto promuovere questo censimento per valorizzare in modo capillare il patrimonio sul territorio, potenziandone il valore coordinato di risorsa culturale e turistica per la regione, e i suoi abitanti. Il progetto troverà concretezza rapidamente attraverso una collana di cinque guide dedicate, ma in futuro anche attraverso portali web ricchi di foto, video e cartine, e cinque produzioni documentarie realizzate e diffuse da Telefriuli per guidarci nella scoperta della storia d’Europa, in un click». Cinque saranno infatti i capitoli fondamentali della storia del Novecento, esplorabili sul territorio regionale: Prima guerra mondiale, Seconda guerra mondiale, Guerra Fredda, Storia industriale, Popolazioni tradizioni e culture della regione.

La Kleine Berlin a Trieste.

«Il Friuli Venezia Giulia – aggiunge Piffer – può diventare una vera e propria capitale europea della storia contemporanea. La sua naturale vocazione di crocevia tra l’Oriente e l’Occidente, tra il Mediterraneo e la Mitteleuropa, è cruciale oggi, in un’Europa lacerata da conflitti spesso alimentati attraverso l’uso, o meglio l’abuso della storia per legittimare la propria posizione e delegittimare quella dell’avversario. Con il Forum internazionale sulla Guerra Fredda abbiamo attivato uno strumento per studiare la storia dei confini tenendo conto delle diverse prospettive, immedesimandoci anche nella visione dell’“altro” per comprenderne la storia e porre le basi di un incontro e di una relazione autentica. Per questo contiamo che il Forum 2023 sia solo il primo di futuri incontri di un vasto think tank, anche in vista degli eventi di GO!2025».

Il Parco Tematico di Monfalcone.

Info e dettagli su dium.uniud.it e friulistoria.it

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In copertina, il monumento a Riccardo Di Giusto (Comune di Drenchia, rifugio Solarie), udinese, primo Caduto italiano della Grande Guerra.

(Credit foto: Schirra Giraldi e Paolo da Pozzo per Archivio PromoTurismoFVG, Lorenzo Zoppolato da frontieraest.it)

 

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