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di Giuseppe Longo
PORDENONE – Si stanno avviando con il consueto successo alla loro conclusione, fra ancora tante imperdibili proposte, le “Giornate del Cinema Muto” che si erano aperte al Teatro Verdi con una bellissima serata, presente anche Krzysztof Zanussi, il grande regista polacco di chiare origini pordenonesi, ad applaudire dall’affollata platea la proiezione di “3 Bad men”, il film di John Ford scelto per inaugurare questa 43ma edizione che, fino a sabato 12 ottobre, richiamerà ancora tantissimi appassionati della settima arte, offrendo una nuova, importante occasione culturale dopo quella, appena archiviata, di Pordenonelegge. Con questi due festival, infatti, il capoluogo della Destra Tagliamento si è ritagliato negli anni un posto di primissimo piano nell’allestimento di proposte d’alto livello qualitativo che, con il cinema degli albori e la letteratura, fanno onore alla città, ma nel contempo anche al Friuli Venezia Giulia intero. Iniziative che, giustamente aveva osservato il vicegovernatore Mario Anzil, alla presentazione del “Pordenone Silent Film Festival”, ci proiettano «nell’olimpo non solo nazionale ma internazionale», tanto che ogni anno molti «decidono di vivere arrivando da ogni parte del mondo». Un evento, insomma, che assieme alla manifestazione letteraria contribuisce decisamente ad affermare la città nella sua candidatura a «diventare Capitale italiana della cultura 2027 per la sua grande vivacità culturale». Un’attribuzione che – dopo quella di Go!2025 nella quale sono accomunate Gorizia e Nova Gorica – segnerebbe senza dubbio un primato per la regione Fvg.
Dopo i saluti e la presentazione della rassegna da parte di Piero Colussi, leader storico delle Giornate e di Cinemazero, e del direttore Jay Weissberg, ricordando la preapertura del giorno precedente al Teatro Zancanaro di Sacile – che ospitò a lungo il festival muto, prima che approdasse nella città capoluogo -, sullo schermo due preziosi cortometraggi del 1907-1910 e del 1924, prima della proiezione dei “tre birbanti” arricchita dalla trascinante e coinvolgente partitura composta dall’americano Timothy Brock, il quale ha anche diretto l’Orchestra da Camera di Pordenone nella sua applaudita esecuzione che ha assunto toni elevatissimi soprattutto durante i ritmi più veloci come quello della sfrenata corsa delle carovane dei coloni alla conquista del mitico West. Il “Pordenone Silent Film Festival” si è aperto, e si chiuderà, infatti, proprio nel segno del western, il genere cinematografico che ha maggiormente contrassegnato la cultura americana del Novecento. Una interpretazione molto efficace, e ben calibrata con i ritmi delle immagini che scorrevano sullo schermo, quella che saliva dalla “buca” del Verdi, tanto che alla fine è stata premiata da calorosi battimani, diretti non solo al compositore-direttore ma anche ai musicisti che lo hanno assecondato durante i 92 minuti di durata del film.
Un programma, insomma, ricchissimo di altre invitanti proposte quello che ci accompagnerà fino a sabato, offrendo un quadro dettagliato e incisivo della evoluzione del cinema nei decenni che precedettero il debutto del sonoro, con rare retrospettive ripescate in America Latina e Uzbekistan, che integrano i già ricchi materiali assicurati dalla gemonese Cineteca del Friuli di Livio Jacob (pure presente alla serata inaugurale) e del citato pordenonese Cinemazero. Riservando pure un doveroso omaggio a Giacomo Puccini, nel centenario della morte, con la presentazione di “La Bohème”, il prezioso film che King Vidor diresse nel 1926, proprio nello stesso anno in cui John Ford dette vita a quei “tre birbanti” che hanno aperto le “Giornate del Cinema Muto”.
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In copertina e all’interno alcune immagini della serata inaugurale con sullo schermo il film di John Ford accompagnato dall’Orchestra da Camera di Pordenone diretta dal maestro Timothy Brock, dopo gli interventi di Piero Colussi e Jay Weissberg.
(Ph. Valerio Greco Photography)
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