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di Giuseppe Longo

AQUILEIA – «Pace!». Dalla Basilica patriarcale di Aquileia, scrigno inestimabile di arte e di storia, ieri sera si è levato forte un appello di pace. Un appello fatto di musica e di cultura, sgorgato dalla magica bacchetta di Riccardo Muti che ha diretto un concerto sicuramente memorabile, il vero e proprio “evento dell’anno”, protagonista la “sua” Orchestra giovanile Luigi Cherubini, perché è proprio lui che l’ha creata a Ravenna nel 2004 e poi “allevata” fino a farle raggiungere lo spessore qualitativo che tutti le riconoscono. E che hanno potuto constatare, con grande entusiasmo, anche le duemila persone, ma forse anche più, arrivate nella “città romana” per assistere proprio al “Concerto per la pace”, con opere di giganti della musica mitteleuropea, come Franz Schubert e Wolfgang Amadeus Mozart, e l’italiano Alfredo Catalani. Pochi i fortunati che hanno potuto assistere alla serata all’interno della storica Cattedrale poponiana, per non “offendere” i preziosi mosaici pavimentali. Erano però tutti giovani, perché proprio a loro, prima di tutti, è affidato il messaggio di pace. Gli altri hanno potuto assistere al concerto “in diretta”, grazie al dispiegamento di forze per la ripresa tv, dai due maxi-schermi allestiti in piazza Capitolo e sul verdissimo prato della Sudhalle. Perfetta, in ogni dettaglio, la organizzazione assicurata dalla Fondazione Aquileia ora affidata alla guida di Roberto Corciulo, già presidente del Mittelfest cividalese. Regia televisiva e direzione artistica del concerto a cura di Marco Manin.

La bellissima, significativa serata – in una Basilica magicamente illuminata, tanto da creare un’atmosfera unica e originale – è stata aperta dal saluto dell’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli. «La pace – ha sottolineato il presule metropolita – non è soltanto una bella parola, ma è soprattutto un impegno, personale e comunitario, a favore del dialogo tra i popoli, dell’accoglienza fraterna di ogni persona, dell’attenzione particolare ai più deboli e ai più poveri». Dopo aver parlato di «ripudio della guerra», monsignor Redaelli ha concluso affermando che «questo importante concerto ci indica la via della Cultura, e non quella delle armi, come strada maestra per costruire quell’unità nella valorizzazione della diversità che è anche all’origine della prestigiosa nomina a Capitale culturale d’Europa di Nova Gorica con Gorizia e l’intero territorio circostante».
Parole che, alla fine del concerto, hanno trovato un preciso riferimento anche in quelle del maestro Muti, il quale si è detto emozionato per aver diretto in un tempio di tale bellezza e con una finalità così nobile. E a questo riguardo ha ricordato anche due importantissimi concerti che tenne in Friuli Venezia Giulia: nel 2010 in piazza Unità d’Italia a Trieste, alla presenza dell’allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano e dei presidenti delle Repubbliche di Slovenia e Croazia, e cinque anni dopo al Sacrario di Redipuglia, quando venne eseguita la monumentale “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi nel centenario della Grande Guerra. E, quindi, sempre nello spirito della salvaguardia degli ideali di libertà e di pace. Ideali da preservare oggi con maggiore urgenza e determinazione, visti i pericolosi conflitti in atto nella nostra Europa e in Medioriente.

Un messaggio di pace, insomma, affidato alla grande musica. Dopo la schubertiana Ouverture “im Italienischen Stil”, il pubblico è stato letteralmente rapito dalla splendida esibizione del clarinetto solista dei Wiener Philharmoniker, Daniel Ottensamer, nel “Konzert fur Klarinette und Orchester” del Genio di Salisburgo: molto calorosi i battimani,  anche tra un movimento e l’altro… Quindi, dopo una breve pausa, ecco “Contemplazione”, un intenso brano di Catalani, per concludere con la “Incompiuta”, ancora di Schubert. Il grande compositore austriaco morì, infatti, appena trentunenne – triste destino, purtroppo simile a quello degli altri due autori – senza riuscire a completare la grande Sinfonia. E proprio questo coinvolgente brano conclusivo è sembrato lasciarci un messaggio: quello di condurre in porto, a tutti i costi, quello sforzo di ricerca della pace che allo stato attuale pare ancora lontano e quindi “incompiuto” soprattutto per quanto riguarda la guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese.


Alla serata hanno partecipato anche gli assessori regionali Sergio Emidio Bini e Barbara Zilli. «Il concerto per la pace diretto dal maestro Muti – ha detto il titolare di Attività produttive e Turismo, esprimendo valutazioni che vanno anche oltre il concetto tanto sottolineato di concordia fra i popoli – ha confermato le aspettative: un evento straordinario in grado di garantire ad Aquileia e a tutta la regione una grande visibilità anche a livello internazionale. Il Friuli Venezia Giulia conferma la sua particolare propensione ad ospitare grandi eventi ed importanti manifestazioni culturali. L’accento posto sulle giovani generazioni, la splendida location e la presenza di un direttore d’orchestra del calibro del Maestro Muti sono elementi vincenti, che rendono questa iniziativa unica sotto vari aspetti, sia per le ricadute turistiche sia per il forte messaggio di pace». «Parte questa sera da Aquileia, culla della nostra storia – gli ha fatto eco la collega Zilli -, un messaggio di pace che intreccia la poesia della musica del maestro Muti con il messaggio dei Patriarchi. Il Friuli Venezia Giulia è da sempre terra di incontro di genti e culture, che ha saputo nel tempo plasmare una comunità nella quale ci riconosciamo ancora oggi e che consente di tracciare le linee per il futuro». I due esponenti regionali hanno voluto far sentire la “presenza” del governatore Massimiliano Fedriga, il quale, in un messaggio affidato al libretto di sala, ha osservato, richiamando i due appuntamenti rievocati anche da Riccardo Muti, ha osservato che «ora il percorso del Maestro incontra un’altra tappa significativa ad Aquileia, culla della cristianità e della cultura mitteleuropea, luogo simbolico di dialogo e scambio interculturale e interreligioso. La musica, sotto la sua guida, continua a essere un potente strumento di riconciliazione e speranza».

L’evento è stato promosso e co-organizzato da Fondazione Aquileia e Basilica Patriarcale di Aquileia, è realizzato con il supporto di Friuli Venezia Giulia Turismo, la collaborazione del Comune di Aquileia e del Museo archeologico nazionale di Aquileia, ha il patrocinio del Consolato Onorario d’Austria ed è il risultato di una preziosa collaborazione con il Maestro Riccardo Muti e la Fondazione Cherubini di Ravenna, dimostrando l’impegno congiunto nel promuovere l’arte e la cultura.

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In copertina, Riccardo Muti dirige l’Orchestra Cherubini; all’interno, immagini del concerto in Basilica, il clarinettista dei Wiener, il  Maestro con le autorità e il pubblico davanti ai due mega-schermi.

(Foto di Nicola Oleotto – Fondazione Aquileia)

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