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di Mariarosa Rigotti
Sta prendendo forma un catalogo online dedicato al Teatro di Figura e alla sua diffusione, e nello specifico a tre grandi famiglie italiane che lo animano da tanti anni: la Compagnia marionettistica Carlo Colla e figli, Figli d’arte Cuticchio, e Teatro del Drago/Famiglia d’arte Monticelli. È quanto emerso durante il convegno svoltosi stamani a palazzo Rasponi delle Teste di Ravenna, nell’ambito di “Figure in rete”, evento che ha aperto i battenti ieri e su cui calerà il sipario domani, 1° dicembre. Un convegno, durante il quale si è contato anche un commento (online) di una delle figlie di Maria Signorelli, della quale si può ammirare la collezione a Cividale del Friuli, precisamente al Cips (Centro internazionale “Vittorio Podrecca Maria Signorelli”).
“Figure in rete”, dunque, per un archivio che sarà consultabile, appunto, online, e che permetterà ad appassionati e studiosi di avvicinarsi a un patrimonio che porrà l’attenzione su tre grandi famiglie, e nello specifico su pupi, marionette, burattini, un patrimonio enorme non solo dal punto di vista culturale, ma anche concreto: è stata annunciata la catalogazione – in un lavoro previsto di un anno e e mezzo -, di centomila pezzi, un qualcosa che ha lo scopo, appunto, di diffondere la conoscenza nelle generazioni attuale e future.
Un convegno abbiamo detto, ma anche spettacoli con protagoniste le tre famiglie, sulla cui storia e patrimonio, si comporrà l’archivio. Infatti, ieri, alle Artificierie Almagià, con replica per le scuole, è stata proposto uno spettacolo di Pupi siciliani: “L’infanzia di Orlando” dall’associazione Figli d’Arte Cuticchio, con i pupari Giacomo Cuticchio, Giuseppe Graffeo, Tania Giordano, Elisa Puleo; adattamento scenico e regia Mimmo Cuticchio; e musiche tradizionale pianino a cilindro. Mentre, quest’oggi, sempre alle Artificierie Almagià, sarà la volta anche di uno spettacolo di marionette di filo con “Marionette alla ribalta” di Carlo Colla & Figli, uno spettacolo da un’idea di Eugenio Monti Colla-Associazione Grupporiani; scene, sculture e luci di Franco Citterio, costumi di Cecilia Di Marco e Maria Grazia Citterio; regia tecnica di Tiziano Marcolegio; regia di Franco Citterio e Giovanni Schiavolin. Infine, domani, alle 18, ancora alle Artificierie Almagià, saranno protagonisti burattini della tradizione emiliano-romagnola, con “Il rapimento del principe Carlo” della Famiglia d’arte Monticelli/Teatro del Drago, con Mauro e Andrea Monticelli.
In baracca, viene anticipato, ci saranno proprio Mauro e Andrea Monticelli che rappresentano la quinta generazione della Famiglia d’arte Monticelli. Una famiglia, viene spiegato nel programma, «attiva, di generazione in generazione, nel settore del teatro di figura dal 1840». Nel dettaglio, questo spettacolo è stato tradotto in «spagnolo, francese ed inglese, ed è stato rappresentato in Europa, Africa, Asia e America, ricevendo premi e riconoscimenti. “Il Rapimento” è ispirato ad un vecchio canovaccio della metà del XIX secolo appartenente alla collezione Monticelli (ospitata al Museo La Casa delle Marionette) che Otello Monticelli (nonno di Mauro e Andrea) rappresentava con il titolo “Il rapimento della Principessa Griselda”. Protagonista Fagiolino Fanfan con il suo inseparabile amico Sandrone Spavirone, coraggioso, furbo e leale eroe, sempre dalla parte dei deboli e degli indifesi. Una sapienza arcaica e una grande velocità d’azione rendono più che mai attuale e coinvolgente questa storia senza tempo».
Mentre, tornando al convegno di stamani, va ricordato che è stato realizzato grazie alla collaborazione con gli assessorati al Turismo e alla Cultura del Comune di Ravenna; presenti le Soprintendenze delle tre regioni in cui si trovano le tre famiglie di artisti – Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna -, i referenti del progetto e le autorità del Comune di Ravenna e della sua regione. Fra gli interventi il Gruppo Patrimonio di Unima Italia, il presidente della Commissione Patrimonio Unima Internazionale Idoya Otegui e ReteFI. Come hanno sottolineato gli organizzatori annunciando il convegno, «il Teatro di Figura è una specifica arte teatrale, una eccellenza della cultura italiana perché in nessuna altra nazione esiste una ricchezza così diversificata di forme espressive come in Italia». E, ancora, «Figure in Rete è un progetto che unisce le tre grandi tradizioni italiane dei burattini, delle marionette e dei pupi prevedendo diverse fasi di lavoro tutte volte alla valorizzazione di questo patrimonio plurisecolare. Ad un anno dall’evento promosso dalla Soprintendenza di Palermo Il teatro di Cuticchio: memoria e futuro. Dall’archivio cartaceo alla transizione digitale svoltosi presso l’Archivio di Stato di Palermo». Mentre, riguardo gli spettacoli alle Artificerie Almagià, si tratta di «una kermesse teatrale per conoscere “dal vivo” questo ricco patrimonio, assistendo agli spettacoli delle famiglie Cuticchio, Monticelli e della compagnia Carlo Colla & figli».
Inoltre, sottolineando ancora l’obiettivo del progetto “Figure in rete”, «per la prima volta, grazie all’incentivo dato dalla Transizione digitale organismi culturali e creativi” (Tocc), promosso dal Ministero della Cultura (Direzione Generale Creatività Contemporanea) e gestita da Invitalia, si sta lavorando assieme alla creazione di un portale trans regionale che unisce (per il momento ) i tre patrimoni Cuticchio, Colla e Monticelli e alla nascita di tre Centro Studi di Documentazione situati a Milano, Ravenna e Palermo. Saranno così unite le tre grandi tecniche dell’arte della figura storica italiana: i burattini, le marionette e i pupi, permettendo agli studiosi, ai marionettisti e anche ai semplici curiosi italiani e stranieri di avere un unico contenitore dove imparare a conoscere i tre linguaggi che da oltre due secoli hanno riassunto nel loro repertorio la storia d’Italia, con le sue contraddizioni e le sue meraviglie». E, ancora, «maestri come Cuticchio, Monti Colla e Monticelli sono stati gli alfieri della rinascita del teatro dei pupi, delle marionette dei burattini; grazie a loro un nuovo pubblico è stato rifondato e la tradizione oggi è “vitale” e non più vuota attrazione turistica. Questi maestri sono stati e lo sono tuttora dei “ponti di collegamento tra il passato e il futuro” delle porte dalle quali passare per apprendere i segreti del mestiere, farli propri e continuare in maniera autonoma la propria strada di artisti».
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In copertina, una bella immagine tratta dal Museo Monticelli di Ravenna.