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Il ruolo politico e diplomatico che i Formentini ebbero con la Corte Imperiale, con il Patriarcato e con l’Ordine Teutonico. È quanto documenta la mostra allestita fino al 27 aprile nelle vetrine di via Garibaldi, a Gorizia, nell’ambito del progetto “I Formentini tra XVI e XVII secolo: ruoli politici e religiosi nell’Ordine Teutonico e nel Patriarcato di Aquileia, fra Gorizia, Lubiana e la Corte viennese”, organizzato dall’Associazione Culturale Musei Formentini della Vita Rurale di Aiello del Friuli.
Composta da dieci pannelli con descrizioni e immagini che ripercorrono le vicende di una delle famiglie storiche della nobiltà goriziana, l’esposizione rende omaggio ai personaggi più rilevanti – Leonardo, Francesco e Giuseppe Formentini -, in un percorso tra intriganti aspetti diplomatici e religiosi che racconta la presenza dell’aristocrazia locale a Corte e nell’Ordine Teutonico, la storia e le memorie dell’epoca. Leonardo (morto nel 1596) e Francesco Formentini furono a capo di commende e baliaggi dell’Ordine Teutonico che, una volta persa la sovranità nel 1526, tentò di ricreare un proprio Stato fra la Carinzia e la Slovenia. Entrambi ebbero relazioni e corrispondenze con l’Imperatore, Francesco fu anche Capitano di Gradisca fino al decesso avvenuto nel 1613. Il loro cugino Giuseppe Formentini fu, invece, arcidiacono di Gorizia (1594-1597) e vicario imperiale presso il Patriarca di Aquileia. Il suo ricco epistolario, di ben 152 lettere, è stato oggetto della tesi di laurea di Gianna Buda Dancevich in storia del Cristianesimo.
Un aspetto mai studiato in passato è il ruolo avuto dalle donne Formentini a Corte. La prima di queste fu la baronessa Anna Maria Formentini, nata von Rohrbach, che fu maggiordoma maggiore dell’imperatrice Eleonora Gonzaga (1622-1625). Anche le figlie furono damigelle d’onore, mentre altre entrarono nell’Ordine delle Dame della Croce Stellata, istituito nel 1668 dall’imperatrice. Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e fra i partner annovera il Comune di Gorizia, il Comune di Gradisca, la Fondazione Aquileia e l’Accademia Jaufrè Rudel.
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In copertina e all’interno lo stemma del casato e alcune immagini della mostra allestita fino al 27 aprile a Gorizia.