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Un viaggio stimolante nella ricerca dell’arte contemporanea, in dialogo con l’eredità della tradizione. Una mostra che è anche esempio tangibile di una concezione dell’arte animata da inesausto spirito di esplorazione: “Hic sunt leones” titola la personale dedicata al visual artist friulano Ludovico Bomben – classe 1982, nativo di Pordenone – in programma da oggi, 25 maggio, al 30 agosto negli spazi della Galleria Sagittaria, promossa dal Centro Iniziative Culturali Pordenone e curata da Angelo Bertani, realizzata per il coordinamento della presidente Cicp Maria Francesca Vassallo.
Una full immersion nel lavoro dell’artista, che si è via via evoluto attraverso un’indagine sincretica fra materiale, linguaggio, forma e concetto. Alla Galleria Sagittaria troveremo le sue opere che richiedono un’attenta partecipazione sensibile da parte del riguardante, di chi entra in rapporto con esse: infatti si rivelano pienamente solo a chi sa coniugare la percezione con una dimensione spirituale aperta e profonda. In mostra il pubblico potrà ammirare una trentina di opere, tra le quali i cicli inediti intitolati “Nuvole con fendente” (2024) ed “Equilibrio celeste” (2024).
È questa la 498ma Mostra d’arte della Galleria Sagittaria, e si aprirà stamane alle 11, seguita dall’incontro su “Arte contemporanea in provincia: un’utopia possibile”. Dialogheranno la gallerista Michela Rizzo e il critico d’arte Angelo Bertani, curatore della mostra. L’ingresso è gratuito, visite dal lunedì al sabato 15-18. Chiuso i sabati di luglio e agosto e dall’1 al 18 agosto. Su richiesta visite guidate.
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Ludovico Bomben è noto e apprezzato sulla scena artistica nazionale e internazionale. Ha esposto anche alla 54^ Biennale d’arte di Venezia, al Tina B Festival di Praga, alla Fondazione Bevilacqua, e ancora a Dolomiti Contemporanee, Premio Cairo a Palazzo Reale Milano, Villa Manin di Passariano, Museo Revoltella di Trieste, Talent Prize, Premio Fabbri, Careof – Via Farini, Premio Cramum. Ha conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia dopo aver frequentato il quadriennio di Decorazione B, negli ultimi anni di lavoro ha spostato l’attenzione dall’ambiente all’oggetto, concentrandosi nello studio dei rapporti tra materiale, linguaggio, forma e concetto. Quest’analisi lo ha condotto all’utilizzo di alcuni simboli appartenenti all’ambito del sacro che diventa nuovo territorio d’indagine. Tra proporzioni auree e rigore formale Bomben ha elaborato una rilettura e ridefinizione dell’immagine sacra nel contemporaneo: in termini originali antiche tradizioni occidentali e orientali vengono da lui interpretate tramite l’uso sapiente e calibratissimo di materiali e tecniche industriali di nuova generazione.
«Ludovico Bomben con lucida determinazione percorre la strada di un perspicace simbolismo concettuale che va deciso al cuore del problema, quello del fare arte oggi – spiega il curatore Angelo Bertani –. Due sono le principali e fondanti dimensioni entro le quali egli compie la sua esplorazione: lo spazio e il tempo; lo spazio generato dall’opera, il tempo puntuale e dilatato della sua stessa percezione. Ogni opera del giovane artista si chiude nel recinto protetto, nell’hortus conclusus della propria compiutezza e però si apre pure all’esterno, verso un senso altro che dà forma allo spazio che la contiene, o che ricettivamente la ospita. L’attenzione di Ludovico Bomben, sin dalle prime opere, si è concentrata sulla funzione rivelatrice della luce. Su questo piano il lavoro di Bomben ha un fondamento ermeneutico, non rappresentativo bensì interpretativo: l’opera d’arte è un accadimento percettivo e intellettuale in cui vi è un approccio all’essenza delle cose».

Info Centro Iniziative Culturali Pordenone, tel. 0434.553205 www.centroculturapordenone.it www.ludovicobomben.com

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In copertina, Ludovico Bomben accanto a una sua opera; all’interno, altri tre lavori.

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