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di Giuseppe Longo
Conto alla rovescia per quello che per il Friuli sarà, di certo, l’evento musicale dell’anno. Nel tardo pomeriggio di domenica 3 marzo, alle 18, il palcoscenico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine ospiterà, infatti, la monumentale “Messa da Requiem” che Giuseppe Verdi (1813-1901) compose in memoria di Alessandro Manzoni dirigendola a Milano nel primo anniversario della scomparsa – avvenuta il 22 maggio 1873 – dell’autore dei “Promessi Sposi” e grande patriota come il Cigno di Busseto. Un evento per il quale si annuncia il tutto esaurito in ogni ordine di posti e che vedrà protagonisti con la Fvg Orchestra, diretta per l’occasione dal maestro Roberto Abbado, il Coro del Friuli Venezia Giulia e il Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, con i loro direttori Cristiano Dell’Oste e Paolo Longo, con la partecipazione di quattro grandi solisti: Roberta Mantegna soprano, Annalisa Stroppa mezzosoprano, Antonio Poli tenore e Alessio Cacciamani basso.
«Star internazionali del canto ed eccellenze musicali del nostro territorio» – come sottolinea il Teatrone -, governate dalla bacchetta del nipote dell’indimenticabile Claudio Abbado scomparso dieci anni fa, per un capolavoro della musica sacra che compie un secolo e mezzo di vita. Un appuntamento nel segno delle grandi emozioni e dei grandi numeri, in quanto vedrà in scena oltre 150 fra solisti, professori d’orchestra e cantori dando origine a una davvero imponente compagine lirico-sinfonica guidata appunto da Roberto Abbado, due volte premio Abbiati della Critica musicale, già direttore musicale del Festival Verdi di Parma e attuale direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di Bologna.
Alessandro Manzoni
«Io pure vorrei dimostrare quanto affetto e venerazione ho portato e porto a quel grande che non è più e che Milano ha tanto degnamente onorato. Vorrei mettere in musica una Messa da morto da eseguirsi l’anno venturo per l’anniversario della sua morte. La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre ad una grande orchestra ed un grande coro, ci vorrebbero anche (ora non potrei precisarli) quattro o cinque cantanti principali», scrisse Giuseppe Verdi a Tito Ricordi a pochi giorni dalla celebrazione dei solenni funerali di Alessandro Manzoni che come il musicista – nato nell’umile casetta che ancora oggi si può visitare a Roncole -, animato dal fervore per i valori di giustizia e libertà del Risorgimento, si era molto impegnato per l’unità dell’Italia avvenuta nel 1861 (mentre in Friuli questa si realizzò appena cinque anni più tardi). Un lavoro davvero imponente che impegnò molto Verdi dopo il trionfo di Aida: il musicista decise, infatti, di prendersi una pausa nella composizione di musica operistica, dedicandosi a un altro filone, tanto da progettare nel 1869 una grande Messa in omaggio a Gioacchino Rossini morto alla fine del 1868. Ma non ne fece nulla o quasi. Verdi compose, infatti, soltanto il “Libera me Domine” che però non fu mai eseguito ma che venne poi inserito nella Messa del 1874, la quale segue lo schema liturgico aprendosi con il Requiem e il Kyrie, passando poi al grandioso Dies Irae; quindi l’Offertorium, il Sanctus e Benedictus, l’Agnus Dei e il Lux aeterna, per giungere alla solenne conclusione proprio con il Libera me. Tutto quello che, insomma, il pubblico friulano potrà applaudire domenica prossima al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
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In copertina, un ritratto di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto 1813 – Milano 1901).