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Londra, 1982. La guerra delle Falkland si è conclusa con la sconfitta dell’Inghilterra, i quattro Beatles hanno ripreso a calcare le scene, Alan Turing è vivo. In “Macchine come me”, titolo ispirato da un libro di Isaac Asimov (Einaudi, 2019), Ian McEwan presenta un passato alternativo, un’ucronia in cui il trentaduenne protagonista, Charlie Friend, può usare l’eredità che gli ha lasciato la madre per comprarsi un robot: Adam. Bellissima e potente, dotata di un nome e di un corpo, la macchina ha intelligenza, sentimenti e una coscienza propria.


L’autore, in una lunga intervista, ha dichiarato di aver immaginato «tutto questo per dimostrare come il presente che stiamo vivendo non sia l’unico possibile. E che le grandi svolte spesso sono conseguenza di piccole coincidenze, non di una logica ineluttabile. Basta cambiare un tassello e la storia avrebbe preso un altro corso». E ha affermato inoltre: «Era arrivato il momento di scrivere un romanzo su come ci sentiremmo nel vivere a contatto con una mente non umana».
Proprio l’opera di Ian McEwan sarà al centro, domani primo febbraio, alle 15.30, a Casa Zanussi, dell’incontro inaugurale della rassegna Narratori d’Europa, promossa dall’Irse, Istituto Regionale di Studi Europei, giunta al traguardo della sua 16ma edizione quest’anno sul tema “Brave new Humanity. Il futuro artificiale che ci aspetta”, curata da Stefania Savocco. Un excursus attualissimo nella narrativa europea contemporanea spaziando fra intelligenza artificiale e social media, per una riflessione sul complesso equilibrio fra vita reale e virtuale, ogni giovedì alle 15.30, in presenza ma anche in diretta streaming.
Nella parte conclusiva degli incontri il testimone passerà a David Villarecci, studente di Lingue civiltà e scienze del linguaggio di Ca’ Foscari, chiamato a intervistare il ricercatore Gabriele Santin, che nel 2014 costruì una mano robotica nel proprio garage, o a dialogare in maniera interattiva con il pubblico sul tema dell’intelligenza artificiale e dei social media.
Giovedì 8 febbraio si prosegue con l’incontro dedicato al recentissimo e acclamato romanzo “Tutto per i bambini”, di Delphine de Vigan (Einaudi Supercoralli 2022), viaggio nell’universo complesso e affascinante dei social network, ritratto di una società – la nostra – in cui non c’è niente che non possa essere messo in scena e in vendita. Persino, e soprattutto, la felicità. Giovedì 15 febbraio riflettori su “Il dono di Rachel” (Longanesi 2019), di Cass Hunter: una storia d’amore e di speranza, capace di far riflettere su ciò che davvero ci rende umani. Ultima tappa di “Narratori d’Europa”, giovedì 22 febbraio, sul filo rosso dell’autrice olandese Hanna Bervoets e del suo romanzo “Questo post è stato rimosso” (Mondadori 2022).

L’accesso ad ogni incontro è libero, il programma dettagliato con prenotazioni sul sito https://bit.ly/IRSE_NarratoriEuropa16

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In copertina, Ian McEwan sarà protagonista domani del primo incontro con l’Irse.

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