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In un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte, un uomo fa rotolare a terra delle arance. Tra le lamiere appaiono quattro figure svelate dal profumo degli agrumi. Si chiedono dove sono, qual è la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. È Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, iniziano a raccontarsi. “Nel tempo che ci resta” è l’emozionante spettacolo di teatro civile firmato dall’attore e drammaturgo argentino César Brie di scena al Teatro Verdi di Pordenone in esclusiva regionale domani 13 marzo (ore 20.30) nell’ambito del percorso “Nuove scritture”. In un “non luogo” si incontrano le anime dei protagonisti e ciascuno, a suo modo, ripercorre gli anni bui delle stragi, delle collusioni Stato-mafia, del maxi-processo di Palermo.

Lo spettacolo è frutto di una ricerca di più di due anni sulle figure di Falcone, Borsellino e Buscetta. Dalle loro biografie emerge la storia della mafia siciliana dal dopoguerra fino agli anni ‘90 e la denuncia dell’intreccio tra criminalità organizzata, affari, politica, servizi segreti deviati. Uno spettacolo di teatro civile, necessario, per comprendere la tragicità delle vicende umane dei protagonisti e la svolta che Falcone e Borsellino riuscirono a imprimere alla Storia italiana. La drammaturgia di César Brie riesce a distillare dall’enorme mole di informazioni lo stretto necessario a tenere in equilibrio la Storia e la Memoria, il pubblico con il privato. Nessuna concessione al ritratto eroico né alla retorica per lasciare spazio a uno spettacolo “asciutto” capace di toccare il cuore, strappare qualche sorriso e risvegliare la coscienza. Allontanandosi dall’idea di creare un documentario teatrale, lo spettacolo si presenta piuttosto come un’elegia, un atto d’amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia.
«Ricordano, denunciano, si interrogano, in un amaro viaggio attraverso quello che è successo prima e dopo la loro morte», spiega il regista, che poi aggiunge: «La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere». In scena – nella produzione Campo Teatrale e Teatro dell’Elfo – Marco Colombo Bolla, César Brie, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile.

Info e biglietti in biglietteria (Tel 0434 247624) e su www.teatroverdipordenone.it
Dalle 19 è aperto il Caffè Licinio per un aperitivo o per un buffet pre-spettacolo: prenotazioni in biglietteria.

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In copertina e all’interno tre immagini dello spettacolo in arrivo a Pordenone.

(Foto Laila Pozzo)

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