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(g.l.) «Confine oggi è un termine che non significa più solo muro, ostacolo, ma una nuova opportunità: così deve essere letto speriamo in altre parti del mondo dove non è un termine così lieto come lo è oggi per noi. Gorizia e Nova Gorica saranno nel 2025 capitale della cultura grazie a quel confine, che è appunto una nuova opportunità. Questa che parla di confine è la cultura che il Friuli Venezia Giulia intende proporre all’Europa del domani: vorremmo essere questo cuore pulsante al centro di una visione europea». Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Cultura, Mario Anzil, intervenendo ieri a Milano, al Piccolo Teatro Grassi, alla presentazione del progetto “Inabili alla morte/Nezmo ni umreti”.
Il progetto prevede tre parti e tre spettacoli, partendo dal romanzo di Joseph Roth “La Cripta dei Cappuccini” e dall’Europa dei grandi imperi, per poi proseguire, con due nuove commissioni letterarie, una slovena a Goran Vojnovic e una italiana a Paolo Di Paolo, a seguire le orme della famiglia Trotta, prima “all’ombra del muro” negli anni Sessanta, poi nell’entusiasmo illusorio e nei “sogni illimitati” riaccesisi alla fine del secolo scorso, al principio degli anni Novanta. I tre testi diventano tre radiodrammi (sia in italiano, sia in sloveno) e un libro (sia in italiano sia in sloveno). Il progetto è una commissione della Regione Friuli Venezia Giulia in avvicinamento e in occasione di Go!2025, Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025, prodotto da Mittelfest in collaborazione con Sng Nova Gorica.

«La Regione è particolarmente soddisfatta dell’esito di questo lavoro che aveva a suo tempo commissionato, coinvolgendo i suoi migliori operatori culturali nel progetto della capitale europea della cultura 2025 e lasciando libertà all’estro, alla creatività e fantasia: le suggestioni che questo lavoro porta con sé sono in linea con la visione della cultura del futuro per la nostra regione», ha confermato Anzil. L’esponente della Giunta Fedriga tracciando le linee guida del manifesto culturale del Friuli Venezia Giulia ha evidenziato che «esso non può che basarsi sulla conoscenza del territorio e sull’interpretazione della società contemporanea per capire dove e in che modo sta evolvendo nonché sulla conoscenza del passato, in particolare quello più recente, che influisce maggiormente sull’oggi». Il vicegovernatore ha ricordato che la Regione Fvg è in Italia quella che maggiormente investe in cultura. «Sappiamo – ha affermato – che è un investimento con una ricaduta benefica su vari aspetti e che possiamo contare su tanti operatori culturali di alto livello». Ricordando come il Friuli Venezia Giulia sia storicamente un crocevia di lingue e culture, una regione piccola ma policentrica, Anzil ha evidenziato come sia un luogo dove la presenza del confine è sempre stata preminente. «Un confine peraltro mobile, che si spostava in base a come le guerre modificavano gli equilibri politici: dopo il 1945 il Friuli Venezia Giulia è diventato per l’Italia il confine orientale, terra conosciuta da molti durante il servizio militare. Ci divideva la “cortina di ferro”, poi all’improvviso, senza spostarsi, il Friuli Venezia Giulia è diventato il “cuore dell’Europa”, piccolo compendio dell’universo, diceva Ippolito Nievo, che oggi ha la grande opportunità di affermare con la cultura un nuovo valore del confine».
Una lettura del presente dell’Europa, a partire da un confine e dalle vicende storiche che l’hanno generato, è dunque l’idea da cui nasce il progetto Inabili alla morte/Nezmožni umreti, ideato e diretto da Giacomo Pedini, prodotto da Associazione Mittelfest e inserito all’interno del programma degli eventi ufficiali di GO!2025, Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025. Due città all’incrocio di tre culture europee – italiana, slava e germanica – che rappresentano insieme la storia vivente del continente dopo le guerre mondiali, le conseguenti divisioni e i tentativi di superarle.
Il titolo Inabili alla morte/Nezmožni umreti si deve a Joseph Roth e a un brano del suo capolavoro La Cripta dei Cappuccini, romanzo da cui si dipana l’intero progetto, commissionato a Mittelfest dalla Regione Fvg e accolto nel programma ufficiale da GO!2025 e realizzato in coproduzione con Sng Nova Gorica, che consisterà di tre spettacoli teatrali, della loro trasposizione radiofonica, in collaborazione con Rai Radio 3, Rai Fvg e con Radio Slovenija, Program Ars; un documentario e una pubblicazione letteraria, in programma dalla primavera 2024, nelle iniziative di avvicinamento a GO!2025, ad autunno 2025. Il tutto in un’ottica transfrontaliera, che vedrà collaborazioni e incroci linguistici di qua e di là del confine tra le due città, coinvolgendo istituzioni partner di area, riconosciute nei rispettivi Paesi, così come artisti di rilievo (tra gli altri, gli scrittori Goran Vojnović e Paolo Di Paolo, il compositore Cristian Carrara, l’attore Natalino Balasso, il regista Janusz Kica), per esplorare un secolo di Storia che ci riguarda ancora da vicino.


«Il progetto, commissione della Regione Friuli Venezia Giulia e di GO!2025 in avvicinamento a Nova Gorica-Gorizia capitale europea della cultura 2025, è un’iniziativa che simboleggia la convergenza culturale tra due nazioni, evidenziando il significato profondo di un confine che, un tempo teatro di conflitti, oggi è esempio di una progettualità condivisa per accrescere il patrimonio culturale e la sua fruizione sociale. La produzione, curata da Mittelfest in collaborazione con Sng Nova Gorica, rappresenta infatti un significativo passo verso la promozione e la condivisione della ricchezza culturale di questa regione transfrontaliera. Attraverso questo progetto, e in generale con i tanti eventi culturali organizzati per GO 2025 Nova Gorica, il Friuli Venezia Giulia intende essere a pieno titolo centro propulsore di cultura nel cuore dell’Europa», commenta il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.
Per percorrere questo viaggio nel tempo, il progetto si articola in tre parti, corrispondenti ai tre spettacoli, in cui la vicenda dei Trotta, famiglia protagonista della Cripta dei Cappuccini, diventa caso esemplare per esplorare le radici e gli esiti di ciò che siamo diventati. Il primo spettacolo, basato proprio sulla riduzione teatrale della Cripta dei Cappuccini, racconta la dissoluzione dell’impero asburgico e le sue conseguenze. Gli altri due, che saranno il risultato di due nuove commissioni letterarie, una slovena a Goran Vojnović e una italiana a Paolo Di Paolo, seguiranno ancora le orme della famiglia Trotta, immaginando come si sarebbe evoluta nel tempo: prima all’ombra del muro di Berlino, negli anni Sessanta (Cercando la lingua perduta, titolo provvisorio), poi nell’entusiasmo illusorio dei primi anni Novanta (L’alba dopo la fine della storia, titolo provvisorio). I tre testi diventeranno di seguito tre radiodrammi (sia in italiano, sia in sloveno) e un libro (sia in italiano sia in sloveno). Il tema, i luoghi e la storia evocata diventeranno inoltre un video-documentario realizzato ad hoc, che segue le orme di questa semi-sconosciuta Europa tra Est e Ovest, “inabile alla morte”.
«Rileggendo i romanzi di Roth e questo progetto, mi è venuto in mente ciò che Aleksandar Hemon ha letto sopra le spillette sul bavero della sua eroina Rachela Pinto nel suo romanzo Il mondo e tutto ciò che contiene: “Ricorda il futuro!”. Unendo le forze per un’iniziativa comune, autori, attori, registi e teatri italiani e sloveni cercano di ricordare il futuro com'era: aperto, promettente ed emancipatore», commenta Stojan Pelko, responsabile del programma di GO! 2025.


E Giacomo Pedini, direttore artistico di Mittelfest e ideatore del progetto, che sarà anche regista dei due spettacoli italiani, aggiunge: «L’occasione di Nova Gorica e Gorizia insieme capitali della cultura permette di far sentire, specie nel nostro ovest talvolta miope e auto-riferito, la vicenda novecentesca ed europea da una prospettiva di confine “orientale” e transnazionale. Inabili alla morte/Nezmožni umreti propone una trilogia sul Novecento squisitamente centro europea – o meglio tra est e ovest – per guardarci non solo come italiani o sloveni (reciprocamente alquanto ignari della storia degli uni e degli altri), ma tra italiani e sloveni e oltre, ovvero concretamente come europei, d’oriente e d’occidente».
Come si diceva, il progetto vedrà la collaborazione e la coproduzione di Sng Nova Gorica, e in ogni tappa sarà pensato in duplice lingua, italiano e sloveno. «Sono felice di coprodurre questo progetto e sono davvero orgoglioso di poter contribuire a questa trilogia con due artisti rinomati: Goran Vojnović, scrittore, e Janusz Kica, regista – e molti altri che collaboreranno con noi nella produzione della seconda parte della trilogia», ha affermato infine Marko Bratuš, direttore artistico di Sng Nova Gorica.

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In copertina e all’interno immagini della presentazione del progetto ieri a Milano.

(Fotoservizio Luca d’Agostino)

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