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di Giuseppe Longo

L’ultima celebrazione in Duomo a Tarcento era stata quella di domenica 10 dicembre, in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo. Poi, appena cinque giorni più tardi, il ricovero all’ospedale di Udine. E ora, a poco più di un mese di distanza, la dolorosa notizia della morte. Monsignor Duilio Corgnali si è spento oggi, intorno a mezzogiorno: il 26 marzo prossimo avrebbe compiuto 78 anni. A vincerlo una grave malattia che evidentemente covava da tempo e che, una volta scoperta – appunto poco prima di Natale -, si è rivelata purtroppo senza speranze.


Monsignor Corgnali era parroco di Tarcento, titolare della Pieve arcipretale di San Pietro Apostolo, da oltre vent’anni, quando subentrò a monsignor Francesco Frezza il sacerdote di Nimis che si era ritirato a Udine per una mansione più consona con la sua avanzata età. Ricopriva anche l’incarico di responsabile della Forania della Pedemontana, istituita nel 2018 in seguito alla riforma pastorale voluta da monsignor Andrea Bruno Mazzocato. Ma l’impegno nel Tarcentino era cominciato molto prima, pochi anni dopo il terremoto, era il 1980, quando l’allora arcivescovo Alfredo Battisti lo nominò parroco di Sedilis. Quindi nel 2002 la nomina ad arciprete di Tarcento con la responsabilità di Coia-Sammardenchia e Ciseriis. L’anno successivo divenne parroco anche di Loneriacco, mentre nel 2021 assunse la guida delle parrocchie di Collalto e Collerumiz. Per sei anni, dal 2006 al 2012, si sobbarcò pure l’incarico di guida spirituale di Magnano in Riviera e Billerio. «La guida di un numero sempre crescente di comunità – scrive la Curia udinese – non ha mai spento in monsignor Corgnali il desiderio di star vicino a tutti: d’estate la sua priorità era l’oratorio estivo parrocchiale, vissuto tra i bambini e i ragazzi delle sue Parrocchie; inoltre, aveva particolarmente a cuore l’appuntamento settimanale di visita agli infermi». «Un ministero sacerdotale speso al servizio della cultura, della comunicazione ecclesiale e della pastorale ordinaria della Chiesa udinese, in particolare nelle comunità del Tarcentino», aggiunge la nota ecclesiale ricordando che il sacerdote era nato il 26 marzo 1946 a Manzinello, in Comune di Manzano. Duilio Corgnali fu ordinato sacerdote il 9 ottobre 1971. Dopo un anno di servizio come cooperatore pastorale a Palmanova, nel 1972 si recò a Roma per un periodo di studi alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, l’“Angelicum”, dove si laureò nel 1975 con una tesi su San Cromazio d’Aquileia, grande vescovo della Chiesa friulana dei primi secoli dopo Cristo.
«Don Corgnali si trovava ancora a Roma – riferisce ancora l’articolo della Chiesa udinese – quando, il 6 maggio del 1976, il Friuli fu sconvolto dal terremoto: rientrato immediatamente in Diocesi, fin da subito si spese in prima persona per la ricostruzione materiale e culturale del Friuli terremotato. Nell’ottobre 1976, all’indomani del secondo sisma, l’arcivescovo monsignor Alfredo Battisti lo nominò direttore del Cedi, il Centro di documentazione e informazione, un gruppo di scrittori e giornalisti voluto dallo stesso arcivescovo e dal direttore della Caritas italiana, monsignor Nervo, per raccogliere tutta la documentazione e i vari aspetti che stavano emergendo nell’immediato post-terremoto. Da allora, Corgnali fu un instancabile promotore della rinascita culturale e sociale del Friuli». Uomo di grande preparazione e vasta cultura, giornalista professionista dal 1991, su La Vita Cattolica – il settimanale diocesano che ha diretto per molti anni – monsignor Corgnali ha continuato a scrivere a lungo anche dopo il termine del suo mandato: l’ultimo numero della sua rubrica, il celebre e frizzante “L’Agâr”, è stato pubblicato lo scorso 6 dicembre. Inoltre, nel 1993 aveva fondato l’emittente diocesana Radio Spazio, quando la Curia rilevò una radio che trasmetteva nella pedemontana tarcentina.
«Convinto sostenitore delle cause friulane – conclude l’Arcidiocesi dei Santi Ermacora e Fortunato -, monsignor Duilio Corgnali si spese in prima persona e con grande energia a sostegno dell’approvazione della Legge 482/1999 per il riconoscimento statale, tra le altre, del friulano quale lingua minoritaria. Sosteneva con forza l’utilizzo della lingua friulana nella liturgia; peraltro fu il coordinatore della commissione interdiocesana per la traduzione del Messale romano in “marilenghe”. Con la sua scomparsa, la Chiesa udinese e l’intero Friuli perdono un dinamico animatore della vita culturale e sociale, nonché un sacerdote dotato di un instancabile senso di servizio a favore delle sue comunità».
«Il Friuli Venezia Giulia perde un grande uomo di Chiesa, sacerdote con profondo senso di servizio per la comunità friulana, appassionato studioso delle origini del culto aquileiese, ma anche dinamico interprete e mai scontato lettore dell’attualità e della contemporaneità. Un uomo e un sacerdote che sapeva coinvolgere, mettendo il proprio talento appassionato al servizio della cultura, della comunicazione ecclesiale e dei suoi fedeli della Forania Pedemontana», ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, esprimendo il cordoglio dell’Amministrazione regionale per la morte di monsignor Duilio Corgnali.
«Perdiamo un grande animatore della vita culturale e religiosa della nostra regione, protagonista della ricostruzione post terremoto e delle battaglie per il riconoscimento del friulano come lingua minoritaria. Sacerdote instancabile, monsignor Corgnali ha rappresentato un punto di riferimento per la comunicazione in regione, ricoprendo per oltre 20 anni l’incarico di direttore de “La Vita Cattolica”. È stato anche fondatore dell’emittente radiofonica diocesana, Radio Spazio, dimostrando grande capacità di anticipare i cambiamenti nel mondo dell’informazione e al tempo stesso di avvicinare le persone al pensiero della Chiesa. Proprio in virtù di questo impegno, ha ricoperto anche l’incarico di presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici», ha aggiunto poi l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, rivolgendo un pensiero di vicinanza ai familiari e alle parrocchie del Tarcentino, di cui era pastore. «Sacerdote vicino ai bisogni della gente del Friuli – ha concluso -, fin dal post-terremoto si è speso con forza per la ricostruzione materiale e per la crescita culturale e sociale di questo territorio, impegnandosi a sostenere anche l’utilizzo della lingua friulana nella liturgia».

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In copertina, monsignor Duilio Corgnali e all’interno il parroco, spentosi a 77 anni, durante l’ultima celebrazione nel Duomo di Tarcento, il 10 dicembre scorso, in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato.

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