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Com’è bello San Valentino da Trieste in giù è il filo rosso delle iniziative collaterali all’esposizione “Com’è bello da Trieste in giù” dedicata agli abiti di scena di Raffaella Carrà, allestita nella Sala Sbisà del Magazzino 26 al Porto Vecchio, promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo e organizzata da Prandicom – IES Trieste Lifestyle. Fino al 16 febbraio, tante proposte per vivere la città nel fine settimana più romantico dell’anno! Con una connessione speciale fra la vetrina dedicata a Raffaella Carrà e il cuore di Trieste, Piazza Unità e l’intero centro storico, grazie anche alla collaborazione di alcuni locali cittadini e di istituzioni culturali come l’originalissimo Piccolo Museo della Bora.


Innanzitutto, da oggi – ricorrenza di San Valentino – a domenica, i visitatori in coppia potranno scoprire il “Gusto dell’amore”: 18 locali selezionati proporranno degustazioni riservate agli innamorati, visualizzabili facilmente attraverso QRcode e sul sito www.triestelifestyle.com/comebellosanvalentino. Ed è ispirato da una grande tradizione di coppia anche la speciale vetrina “Un invito a Nozze”: appuntamento domattina, alle 11, nel Magazzino 26, Sala Sbisà, con la presentazione in anteprima di alcuni abiti storici delle “Nozze carsiche”, in attesa che si rinnovi il rito nuziale sull’Altopiano triestino, il prossimo agosto. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Comune di Monrupino/Repentabor e Gal Carso/Las Kras. Sempre domani, ad animare a sorpresa il pomeriggio il flash mob danzante a cura della Scuola di Ballo Arianna, nella Sala Sbisà. E a proposito di vento, il Piccolo Museo della Bora, partner storico di Boramata, proporrà due visite divertenti e coinvolgenti, riservate alle coppie che sceglieranno il capoluogo giuliano per il loro weekend di San Valentino: domani, alle 11 e alle 16, gli innamorati potranno farsi una bella foto mentre sono colti da una raffica 100% triestina. Prenotazioni scrivendo a museobora@gmail.com

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A Milano la Trilogia triestina

Ancora un evento di particolare rilievo per la rassegna letteraria “Un viaggio da fare 2025”, promossa dall’Assessorato alla Cultura della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e curata da Massimiliano Finazzer Flory con la partnership organizzativa di Fondazione Pordenonelegge: appuntamento oggi, nella Libreria Mondadori Duomo, nel cuore di Milano, dov’è attesa la prima presentazione nazionale della Trilogia triestina: Svevo, Joyce, Saba dello scrittore giuliano Mauro Covacich, che ha portato in scena con grande successo nelle ultime stagioni, sui palcoscenici di tutta Italia, una sequenza di conversazioni sceniche dedicate a questi tre numi tutelari della letteratura e poesia del Novecento, legati inscindibilmente alla città di Trieste. L’editore La nave di Teseo riunisce adesso, nella pubblicazione che esce proprio oggi, il filo rosso di quelle tre incursioni nell’opera, nella vita e nel genio di Italo Svevo, James Joyce e Umberto Saba. L’incontro sarà preceduto, alle 18, da un focus sulla 50ma edizione del Premio Nonino, nell’incontro che vedrà protagonista la storica fondatrice Giannola Nonino assieme alla figlia e co-curatrice del Premio, Antonella Nonino. A conclusione dell’incontro l’esperienza del Friuli Venezia Giulia prosegue con una degustazione per il pubblico. Il progetto “Un viaggio da fare 2025” prosegue a Mondadori Duomo fino a domenica 16 febbraio, in arrivo oggi il geniale cartoonist Francesco Tulio Altan, lo scrittore Paolo Di Paolo e il direttore artistico di Mittelfest Giacomo Pedini.

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Com’è bello da Trieste in giù è, invece, filo rosso dela fortunata esposizione degli abiti di scena di Raffaelle Carrà, e riprende il ritornello di un suo brano di clamoroso successo, “Tanti auguri”, sigla del varietà “Ma che sera” (1978): un refrain che trasformava Trieste nel simbolo dell’amore. Nella Sala Sbisà del Magazzino 26 fino al 16 marzo sono esposti 35 straordinari abiti dall’archivio privato di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola (collezioni Carrà) e due donati dall’autore Rai Massimiliano Canè, consulente artistico per i video d’epoca che, scorrendo accanto ai costumi di scena, ricostruiscono oltre 30 anni di storia dello spettacolo, della tv e della società italiana. Un percorso immaginifico fra strass, paillettes, chiffon, pietre Swarovski, luccichii, tessuti preziosi, tagli originali, sempre personali, di alta sartoria. Taglie dalla 38 alla 42, vestiti che pesano anche dieci chili, abiti disegnati da note griffe dello spettacolo come Gabriele Mayer e la sua sartoria artistica (dalla quale sono usciti anche molti abiti di Renato Zero e Lorella Cuccarini o i costumi di film come Marie Antoinette di Sofia Coppola. A firmare gli abiti sono anche molti altri professionisti del mondo dello spettacolo, come Corrado Colabucci e Luca Sabatelli: vestiti che rappresentano un patrimonio culturale e artistico e dai quali si sprigiona ai visitatori lo stile del personaggio Carrà nel suo impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia. Abiti di lustrini e paillette, costumi da sera e tute ma anche giacche, motivi dall’optical al super chic, tante mise sospese fra il bianco, il nero e il rosso – i colori più amati – ma anche l’oro, il blu notte e l’argento. Trentacinque “scrigni” fruscianti, che schiudono l’icona, mito del varietà, ma anche la storia della televisione tricolore così come Raffaella Carrà l’ha incarnata.

Com’è bello da Trieste in giù
Sala Sbisà – Magazzino 26, Porto Vecchio – Trieste
fino al 16 marzo 2025
da giovedì a domenica dalle 10 alle 18 – Ingresso libero
Promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo
Organizzazione: Prandicom – IES Trieste LifeStyle
Abiti: Archivio Privato di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola (collezioni Carrà)

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In copertina, la indimenticabile Raffaella Carrà e all’interno alcuni dei suoi meravigliosi abiti di scena.

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