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Con un evento di particolare suggestione, un concerto che ci riporta a una vocalità speciale, capace di “farsi” ponte fra ispirazione ed esecuzione sacra e la tecnica “profana” del canto a tenore, prosegue a Pordenone la 33ma edizione del Festival Internazionale di Musica sacra promossa da Presenza e Cultura con il Centro Iniziative Culturali Pordenone, per la direzione artistica dei maestri Franco Calabretto e Eddi De Nadai.


Oggi, alle 20.45 nel Duomo Concattedrale di Pordenone, il sipario si alzerà sui “Canti sacri tradizionali a concordu” proposti dalla formazione sarda Concordu e Tenore de Orosei, uno fra i migliori Ensemble di interpreti nel vasto panorama delle musiche vocali sarde. Oltre che per la loro eccezionale bravura, sono noti e apprezzati per la peculiarità del repertorio, che abbraccia appunto entrambe le forme della tradizione vocale di Orosei: quella del canto sacro, tipica delle confraternite religiose, e quella profana del canto a tenore. Questa combinazione fa del Concordu e Tenore de Orosei il gruppo custode fedele all’eredità musicale ricevuta dai cantori anziani. Come nella tradizione del Festival, l’ingresso è liberamente aperto al pubblico, prenotazioni su musicapordenone.it La 33^ edizione del Festival internazionale di Musica sacra è promossa in sinergia con il Ministero della Cultura, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e il Comune di Pordenone, con il sostegno di Fondazione Friuli e BCC Pordenonese e Monsile.Con la stessa passione con cui custodisce la cultura tradizionale, il Cuncordu e Tenore de Orosei collabora con artisti come Paolo Fresu, Enzo Favata, Daniele Di Bonaventura, il progetto “Voci Nomadi”, e da oltre vent’anni con il violoncellista Ernst Reijseger, uno dei maestri indiscussi della scena jazzistica olandese. Le registrazioni comuni, grazie all’intervento dell’etichetta tedesca Winter & Winter, sono diventate un disco, facendo scoprire una Sardegna arcaica ma anche aperta e duttile, e sono arrivate alle orecchie del grande regista Werner Herzog che, affascinato da quei suoni, ha deciso di inserire le voci di Orosei e le dinamiche contemporanee di Reijseger in due suoi documentari, The White Diamond e The Wild Blue Yonder, due opere che confermano la forza visionaria di Herzog e il suo sguardo severo al nostro fragile pianeta, e attraverso la vocalità dell’Ensemble trovano una forza speciale nella comunicazione con gli spettatori. Una incredibile avventura artistica che dimostra la musica cross-over possa superare le gabbie culturali e aiutarci a guardare anche le dinamiche musicali da prospettive “altre”.
Il programma del concerto di Pordenone si aprirà con Miserere, canto celeberrimo tratto dal Salmo 50 della Bibbia, utilizzato ad Orosei nelle processioni della Via Crucis, oppure durante le Messe dei defunti, proseguirà con Kyrie, Canto in latino eseguito durante la celebrazione della Messa, e con le Laude eseguita per il novenario dei defunti, i Gotzos de su nefressariu: “Gozos”, dal catalano “goigs” e dal castigliano “gosos”, si riferisce ai canti in lingua sarda particolarmente adatti ad una teatralizzazione, soprattutto in occasione dei riti della Settimana Santa. Si prosegue con molti altri estratti, dall’Ave Maria ‘e su Rosariu in sardo allo Stabat Mater, al Sanctus, Libera me domine, quindi il Magnificat. Orosei, in Ogliastra, è infatti l’unico centro della Sardegna dove le due modalità di canto non hanno conosciuto interruzioni nel tempo. Il canto a “Cuncordu” (cum cordis), in sardo “cuncordos” significa dʼaccordo, accordati, uniti, intonati. Nasce durante la colonizzazione spagnola in Sardegna, e trova forma nelle confraternite di Santa Croce, del Rosario e delle Anime, nate ad Orosei tra il 1600 ed il 1700.

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In copertina e all’interno i cantori sardi attesi stasera a Pordenone.

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