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di Giuseppe Longo

UDINE – Il 2023 si era congedato con un grande regalo a tutti i melomani: il canto lirico italiano proclamato dall’Unesco Patrimonio immateriale dell’Umanità. Un pronunciamento importante, atteso da oltre un decennio e che, l’altra sera, è stato adeguatamente festeggiato all’Arena di Verona, “tempio” estivo del belcanto. Ma qualcosa di simile, venerdì, è avvenuto anche al Giovanni da Udine dove è andata in scena l’esibizione dei vincitori del 1° Concorso di canto lirico virtuale Scuola dell’Opera italiana Fiorenza Cedolins. E la bravissima cantante di Anduins, in Val d’Arzino – che da poco più di un anno è pure alla guida del Teatrone per musica e danza -, dopo le sei “grandi voci del futuro” in scaletta, ha regalato assieme al baritono Franco Vassallo, Premio alla carriera Soi, tre perle “pescate” dal grande repertorio di Franz Lehar e Gioacchino Rossini. Il tutto con l’accompagnamento di Fvg Orchestra, nell’occasione diretta dal milanese Giuliano Carella, direttore artistico dei Solisti Veneti.

È stata proprio Fiorenza Cedolins, madrina della serata, a presentarsi per prima sul palco, non appena sistemati gli orchestrali, per rivolgere parole di benvenuto al pubblico, rivelatosi molto caloroso ed entusiasta del programma predisposto, e spiegare il significato di questo concorso indetto nell’epoca pandemica al fine di tenere alta l’attenzione sulla musica e sulla lirica in particolare. Proprio per questo l’iniziativa era nata, nonostante tanti pareri scettici o addirittura contrari, in forma virtuale e in questa edizione, la quinta, per la prima volta ha visto la finale in presenza proprio nel Teatro di via Trento. Quindi il via alla esibizione dei sei giovani cantanti, avvenuta in ordine decrescente, vale a dire dall’ultimo al primo, sulla base dei giudizi espressi dalla giuria nella finale di mercoledì scorso, sempre al Giovanni da Udine, quando i concorrenti si erano esibiti accompagnati al pianoforte da Daniele Bonini. Così sul palco, dopo l’Intermezzo dalla pucciniana Manon Lescaut soltanto orchestrale, sono saliti nell’ordine Michele Cerullo, tenore napoletano, Gagik Vardanyan, baritono armeno, Yutong Shen, soprano cinese, Anna Graf, stessa voce di origine russa, Mikhail Biryukov, basso-baritono moscovita, e la conterranea Elisaveta Shuvalova, soprano. Come appare subito evidente, nettissima è stata la prevalenza delle voci russe che ha fatto loro conquistare il podio. Tutti belli e anche di una certa difficoltà i brani interpretati, da Jules Massenet a Gaetano Donizetti, da Vincenzo Bellini ad Alban Berg per finire con Giacomo Puccini e Pëtr Il’ič Čajkovskij.

La seconda parte del concerto si è aperta ancora una volta con un pezzo soltanto orchestrale, quando gli strumenti agli ordini del maestro Carella hanno eseguito la conosciutissima Sinfonia dal rossiniano Barbiere di Siviglia, accompagnando poi la calda voce di Fiorenza Cedolins nel dolce e coinvolgente Tu che m’hai preso il cuor da Il paese del sorriso di Franz Lehar, il re dell’operetta – a tale proposito la responsabile della programmazione musicale udinese ha anticipato che ci saranno delle sicuramente gradite novità -, mentre Franco Vassallo ha fornito una magistrale interpretazione di Largo al factotum, ancora dal Barbiere. Esibizione seguita dalla consegna, da parte della stessa Cedolins, del Premio alla Carriera al cantante milanese giunto direttamente da Napoli, dove al Teatro San Carlo aveva “salvato” la sera precedente la prima della verdiana Luisa Miller. E come poteva finire il programma ufficiale se non con l’avvincente duetto soprano-baritono di Tace il labbro dalla Vedova allegra, ancora del grande compositore austro-ungherese? Scroscianti gli applausi!
Infine, tutti sul palco i protagonisti del concerto, che pure al Giovanni da Udine ha celebrato la lirica italiana Patrimonio Unesco, per il Libiam ne’ lieti calici dalla Traviata di Giuseppe Verdi. Una interpretazione a otto voci davvero intensa e trascinante e che ha elettrizzato il pubblico, dispiaciuto che una così bella serata fosse già finita. Evviva il belcanto!

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In copertina, Fiorenza Cedolins con Franco Vassallo nel duetto dalla Vedova allegra; all’interno, i sei cantanti premiati dalla giuria e la prima assoluta, le esibizioni di Cedolins e Vassallo con la consegna al baritono del Premio alla carrriera; infine, tutti insieme sul palco ricevono i calorosi applausi dopo aver eseguito a otto voci il Libiam verdiano.

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