Views: 16
Quadri: Musica, Audiovisivi, Performance. Questo il filo rosso della nuova proposta del cartellone dei Concerti del Conservatorio, di scena al Tartini a Trieste nel corso della primavera 2025: un progetto a cura del direttore Sandro Torlontano e del delegato della Produzione artistica Luca Trabucco. Oggi, nella Sala Tartini, riflettori sulla nuova produzione-concerto a cura del Dipartimento di Discipline Compositive e Nuove Tecnologie del Tartini, che proporrà agli spettatori una suggestiva esposizione, senza soluzione di continuità, di quadri sonori e multimediali ispirati all’arte figurativa. Musica, Audiovisivi, Performance è un format giunto quest’anno alla terza edizione che prevede la realizzazione di uno spettacolo unico e coerente nel quale la prerogativa è la presentazione con esecuzione live di lavori originali, scritti, realizzati ed eseguiti dagli studenti del Conservatorio di Trieste, riconducibili a tre macro-categorie artistiche: la musica, strumentale o vocale che sia, elettroacustica oppure elettronica; l’audiovisivo, inteso come videoarte, video concettuali, video sperimentali, con l’apporto di una parte sonora e/o musicale; e la performance, concepite in chiave musicale o di altro genere, purché coadiuvata almeno da un contenuto sonoro.
Musica, Audiovisivi, Performance è una proposta nata dagli studenti, che mantengono un alto grado di centralità in tutte le fasi del progetto: dall’aspetto organizzativo al supporto tecnico, alla realizzazione creativa e performativa, valorizzando le competenze, le qualità e le potenzialità di ogni singolo aderente. I docenti che guidano nel corso dell’anno gli studenti artefici della produzione sono Stefano Bonetti, Mario Pagotto e Daniela Terranova. Il direttivo studentesco è composto dal coordinatore Lorenzo Bosich e da Matteo Chiodini (consigliere), Sebastiano Sabo, Karolina Vasyutynska, Matteo Zambon. Il concerto si aprirà con Alchemic Soul (2025) di Simone Valente su elaborazione elettroacustica di Enrico Cesarin, proseguirà con Ghost (2025) di Elisa Ornella, quindi A Journey of Colours (2024) di Riccardo Zampieri, La Corde Sensible (2025) di Matteo Schonberg, La Forma Ultima (2023) di Sebastiano Sabo, Cerchi e colori (Verso l’alto e Cerchio blu II) (2025) di Matteo Zambon, Vulcano – micromorfosi (2024) di Karolina Vasyutynska, Fall from Grace (2025) di Matteo Mendicino, Pioggia a Belle-Ile (2025) di Emanuele Stokovac, Rothko Blue, yellow, green (2025) di Cesare Pozzo, Memoire (2025) di Giovanni Asquini, Kraški odsevi (2025) di Dana Furlani e Da mare a mare (2025) di Matteo Bello, con nastro e spazializzazione a cura di Lorenzo Bosich e Matteo Bello, video di Lorenzo Bosich e Matteo Bello. I Concerti del Conservatorio sono come sempre a ingresso libero con prenotazione, info e dettagli www.conts.it, telefono 040 6724911.
La Corde Sensible
Da mare a mare
Pioggia a Belle-Ile
È l’ultima opera da camera di Benjamin Britten The Turn of the Screw (Il giro di vite), composta nel 1954 sulla base del racconto omonimo di Henry James: un lavoro suggellato da un debutto tutto italiano, con prima mondiale al Teatro La Fenice di Venezia nell’ambito del XVII Festival internazionale di musica contemporanea, che aveva commissionato il lavoro. L’opera, una ghost story che vede protagonisti due bambini orfani – Miles e la sorella Flora – affidati a un’istitutrice in una grande dimora di campagna, è memorabile per la creatività e l’impegno del grande compositore, che ha recepito le tensioni serpeggianti nel testo di James come un fiume carsico, restituendole attraverso una orchestrazione di straordinario fascino. Con un minimo impiego di mezzi, 14 strumenti solisti, Britten alimenta uno dei più affascinanti e originali drammi che il teatro lirico abbia mai proposto.
Ha raccolto la straordinaria suggestione di quest’opera il Conservatorio Tartini, decidendo di allestire una articolata e poderosa produzione, in collaborazione con l’Orchestra Filarmonica del Teatro Verdi di Trieste: un allestimento che ha impegnato le classi di Canto del Conservatorio, guidate dalle docenti Cinzia De Mola, Manuela Kriscak e Paoletta Marrocu, assieme alla classe di Direzione d’orchestra guidata dal noto maestro Marco Angius, con l’apporto dell’Ensemble strumentale del Conservatorio Tartini e di quattro professori dell’Orchestra Filarmonica del Verdi. Il risultato è lo spettacolo al debutto in prima assoluta giovedì 8 maggio, nella sala Ridotto Victor De Sabata del Teatro Verdi, alle 20.45: «Una solida e ambiziosa proposta produttiva, concepita come occasione di importante cimento per alcuni dei migliori studenti e studentesse del Conservatorio – spiega il direttore del Tartini Sandro Torlontano –, ma anche come “test” del significativo livello dei percorsi accademici della nostra istituzione, che consentono agli studenti di affrontare un “ingaggio” impegnativo e per questo poco frequente nel novero delle produzioni avviate abitualmente dai Conservatori. Siamo grati all’Orchestra Filarmonica del Teatro Verdi di Trieste per la collaborazione offerta sia in scena, che sotto il profilo della sinergia produttiva».
Nel cuore di The Turn of the Screw (Il giro di vite) la musica di Britten gira e scava, penetra a cerchi concentrici: «L’opera – anticipa il curatore del progetto, Andrea Amendola, responsabile della produzione internazionale del Tartini – è di alta raffinatezza e insieme complessità, scandita da due atti con otto brevi scene collegate da quindici interludi orchestrali, ciascuno in una tonalità diversa. Tutti concepiti come variazione di un tema esposto dopo il prologo e che raggiunge i 12 gradi della scala cromatica. L’ultima scena è concepita come una grande passacaglia che ha per basso ostinato le note del tema: queste progressivamente scompaiono, con un chiaro significato simbolico. Le note alterate – le note nere della tastiera intese come le forze del male – lasciando sul campo solo i suoni naturali, ovvero i tasti bianchi, le forze della purezza».
In scena, sul libretto di Myfanwy Piper dal racconto di Henry James, il pubblico troverà la giovane “bacchetta” Matteo Boischio, direttore d’orchestra allievo del maestro Angius. La regia dell’allestimento è a cura di Cinzia De Mola, l’introduzione sarà affidata alla musicologa e docente del Tartini Cristina Fedrigo. Interpreti dello spettacolo sono Mirko Grgorinić (Il prologo e Mr. Quint), Iana Rata (l’istitutrice ), Greta Ludovica Di Sopra (Miles), Caterina Trevisan (Flora), Marina Santrać (Mrs. Grose) e Tamara Mirzoyan (Miss. Jessel). L’Orchestra è composta dai quattro professori della Filarmonica del Teatro Verdi: Eliseo Baldizzi violino I, Anna Apollonio violino II, Chiara Urli violoncello e Danilo Sisto contrabbasso – e dai musicisti dell’Ensemble strumentale del Conservatorio Tartini: Manuel Chiappin flauto, Federico Graziano oboe, Pietro Milella corno inglese, Silvia Dell’Agnolo clarinetto, Gabriel Maizan clarinetto basso, Sergio Lazzeri fagotto, Antonio Fracchiolla corno, Mattia Fusi pianoforte, Enrico Bortolotti celesta, Emma Castellano e Alice Marchesi arpa, Paolo Beltrami e Ilija Tatalovic percussioni, Marina Vranjes viola.
Il plot di The Turn of the Screw (Il giro di vite) vede protagonisti i due fratellini orfani, Miles e Flora: nella dimora di campagna a poco a poco l’istitutrice Flora, giovane e inesperta, scopre che i bimbi subiscono l’influenza di due spiriti: quello di Peter Quint, ex domestico della casa, e quello di Miss Jessel, l’istitutrice precedente. Quint era stato intimo di Miss Jessel e con lei aveva corrotto i bambini, iniziandoli al male. L’istitutrice intenta una generosa battaglia per cercare di strappare i piccoli al potere occulto dei fantasmi, con cui i bambini si appartano di tanto in tanto in colloqui misteriosi. Dopo vari scacchi e delusioni, l’impegno della maestrina sembra essere premiato quando in un ultimo colloquio decisivo con lei il piccolo Miles trova la forza di pronunciare il nome del suo tentatore e di allontanarlo. Ma è tale la tensione psicologica cui il bambino è sottoposto che egli non regge e si spegne tra le braccia dell’istitutrice.
Info e dettagli: conts.it
—^—
In copertina, ecco il cast del Conservatorio Tartini che giovedì al Verdi di Trieste interpreterà l’opera di Britten.