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È uno degli eventi concertistici più attesi il piano recital di Luca Chiandotto, giovane artista pluripremiato e noto per il suo talento, cresciuto nelle aule del Conservatorio di Trieste dove si sta perfezionando attraverso il Master di Secondo livello in pianoforte, protagonista di una carriera che ha già segnato la conquista del Premio Brunelli riservato ai migliori diplomati italiani dell’anno precedente, nel 2018, e del Coimbra World Piano Competition, nel 2023, oltre alla selezione finale all’Isidor Bajic Piano Memorial Competition di Novi Sad. Appuntamento questa sera, alle 20.30, nella Sala Tartini, per il cartellone dei Concerti 2024 curati dal direttore Sandro Torlontano con il responsabile di produzione, Luca Trabucco. L’ingresso al concerto è gratuito, come nella tradizione delle proposte del Tartini, fino a esaurimento dei posti disponibili. Prenotazione consigliata telefono 040.6724911.
In programma, innanzitutto, la Sonata in mi bemolle maggiore op. 31 n. 3 di Ludwig van Beethoven, l’ultima di un gruppo di tre Sonate che il Genio di Bonn scrisse nel 1802, composizioni che hanno segnato il periodo della piena maturità, gli anni in cui si delineava il suo cosiddetto «secondo stile». Delle tre Sonate del gruppo, quella in mi bemolle è la più poeticamente distesa. Degna di rilievo l’innovazione formale operata da Beethoven in quest’opera con la soppressione del consueto movimento lento e l’introduzione di uno Scherzo accanto ad un Minuetto, normalmente annoverati come brani alternativi nell’architettura di una Sonata. È uno degli ultimi Minuetti di Beethoven e segna la fine di questa danza tipicamente settecentesca. Si prosegue con pagine di Isaac Albéniz, da Iberia: il Quaderno I e Quaderno IV. Albéniz cominciò il suo lavoro sulla monumentale suite pianistica Iberia nel 1905 e apportò le ultimissime modifiche nel 1908. L’opera viene unanimemente definita dalla critica musicale non solo come la composizione migliore nella produzione di Albéniz, ma anche come uno tra i capisaldi della letteratura per pianoforte di primo Novecento. Dal 1902 l’autore viveva in “esilio” a Parigi, la lontananza forzata lo indusse a ricordare l’amata Spagna in una composizione di ampio respiro per pianoforte, una sorta di diario intimo.
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In copertina, il pianista Luca Chiandotto che staserà suonerà in Sala Tartini.