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“Le fate tra illusioni e disincanto. L’anima femminile e la poesia della natura” (Moretti & Vitali editori) è il titolo del libro di Carla Lomi che sarà presentato venerdì 19 aprile nell’ambito di “Trieste mosaico di culture – I percorsi dell’anima” durante un incontro organizzato dall’Associazione Altamarea e da Nordest guide che si terrà, alle 18, alla Libreria Ubik, nella Galleria Tergesteo di Piazza della Borsa.
L’inconscio si rivela alla coscienza con immagini archetipiche innate ed ereditarie, ma aperte a sempre nuove declinazioni e significati. Queste figure simboliche appaiono a chi le studia come forme vitali piene d’energia, in grado di farsi emblema di un compito e di una sfida per il nostro stesso tempo. È in quest’ottica che Carla Lomi affronta lo studio delle fate medievali, nel loro ruolo di madrine o amanti soprannaturali, quale immagine ancestrale e magica della donna e specchio del luminoso archetipo dell’Anima, indagato da Jung. L’autrice delinea le origini e i caratteri di Morgana, la guaritrice, e Melusina, l’edificatrice, quali modelli alti e complessi del femminile in grado di dispiegare pienamente il potere dell’eros, lungo la via che unisce la ricerca della felicità alla dimensione etica. Così, intrecciando realtà e fantasia, le storie delle fate hanno aperto varchi all’altrove e al desiderio e favorito il distanziamento rispetto alle logiche e al potere maschile, mostrandone la sua fisionomia e tragicità.
Il tema della fata, regina della metamorfosi, ci ricorda infatti la stessa leggenda della Dama Bianca legata al Castello di Duino, che rimanda a racconti con lo stesso intreccio diffusi nel vecchio Impero austro-ungarico e alla stessa corte degli Asburgo. Una donna viene scaraventata giù dalla torre dove il marito l’ha rinchiusa, pietrificata dal dolore, si trasforma in roccia mentre l’anima di lei continua a vagare per le stanze del maniero per rimanere accanto al bambino che dorme nella culla. Nell’età del Disincanto, lo spaesamento di una collettività ormai arida ci invita a riscoprire l’etica della cura, qui riproposta con visioni meravigliose ma anche perturbanti che risvegliano la nostra immaginazione (facoltà cardine per la scienza e la poesia, per una più complessa conoscenza della natura, come ha insegnato Leopardi) per riconoscere la complementarità tra femminile e maschile e favorire un nuovo incontro tra natura e cultura, umano e divino, entro una visione olistica della realtà.
Il libro, che sarà presentato dalla psicologa Irene Candelieri, è inserito nell’ambito della rassegna “Trieste Mosaico di Culture 2024″ organizzata da Altamarea e Nordest Guide Aps con il patrocinio di Fidapa Bpw Trieste Storica. Interverrà la past president di Fidapa Lucia Krasovec-Lucas dopo l’introduzione della presidente di Alta Marea Rina Anna Rusconi. Modererà la giornalista Marina Silvestri e sarà presente l’autrice.
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In copertina, il Castello di Duino legato alla leggenda della Dama Bianca.