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Sarà il palcoscenico del Teatro Ruffo di Sacile a ospitare oggi, 26 settembre, alle 21 (con ingresso libero), l’ultima tappa italiana dell’applaudita tournée che durante l’estate ha presentato, tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, lo spettacolo “Canti dalla casa dei viventi”, opera-melologo prodotta dalla Storica Società Operaia di Pordenone all’interno del progetto “Canti dalla frontiera. Ogni pietra una voce, ogni voce una storia”, realizzato nell’ambito del bando regionale dedicato a Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025, grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, con il contributo di Itas Assicurazioni e in partnership con il Piccolo Teatro Città di Sacile, che co-organizza la serata con il patrocinio e contributo dell’Amministrazione comunale cittadina.
Tra i temi-chiave del dossier europeo di GO!2025, la Somsi ha scelto di puntare la sua attenzione sulla riscoperta e valorizzazione della “Piccola Gerusalemme sull’Isonzo”, ripercorrendo le tracce storico-artistiche della presenza ebraica in questo territorio dove la geografia dei confini fu sempre mutevole e mai del tutto impermeabile, permettendo ai popoli della Mitteleuropa di mescolare, nei secoli, lingue, usi, riti e tradizioni. Ecco allora che le lapidi del piccolo cimitero ebraico di Valdirose/Rošna Dolina (la “Bet ha-ḥayyim” o “Casa dei Viventi”) narrano di uomini e donne venuti da terre lontane, lungo i confini del grande Est europeo. Una sorta di “Spoon River ebraica” sulla frontiera che si è tradotta in una pièce originale, commissionata dalla Somsi a due sensibili interpreti dei risvolti intimi della Storia: lo scrittore friulano, storico ed erudito affabulatore Angelo Floramo e il musicista milanese Carlo Galante, tra i compositori più interessanti attivi oggi in Italia nella musica colta, docente al Conservatorio di Milano, autore di opere per il teatro, di musica sinfonica e cameristica eseguita in Italia e all’estero.
Scritta in dieci quadri per voci recitanti, ensemble e mezzosoprano, la partitura ha scelto la forma del “melologo”, che riunisce sullo stesso pentagramma la composita polifonia di “voci” interpretate da attori, cantante e musicisti, ciascuna con il suo preciso ruolo “concertante”. Sotto la direzione artistica e musicale di Eddi De Nadai, lo spettacolo è affidato alle voci recitanti del Piccolo Teatro Città di Sacile Serena Ervas, Stefano Indrigo, Christian Mariotti, Morena Pajer e Paola Tomasella, al mezzosoprano Silvia Regazzo e all’ensemble transfrontaliero della GO!Borderless Orchestra, composto da Gabriele Bressan oboe/corno inglese, Davide Teodoro clarinetto/clarinetto basso, Ludovica Borsatti fisarmonica, e dalle musiciste slovene Mojca Batič violino, Barbara Grahor Vovk viola, Vida Furlan violoncello.
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