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“Città divise e città contese negli anni della Guerra fredda” è il tema della 3a edizione del Forum internazionale in programma da domani a sabato 22 marzo a Gorizia, per iniziativa dell’Università degli Studi di Udine con l’Università di Harvard – Cold War Studies Project, a cura dell’Associazione Friuli Storia, per la direzione scientifica dello storico Tommaso Piffer. Dopo l’edizione 2023 sul tema “Confini e terre di confine nella Guerra fredda” e quella 2024 dedicata alla “Memoria e ai musei della Guerra fredda”, la tre giorni 2025 affronterà un tema direttamente collegato all’anno della Capitale europea della Cultura che riunisce in questi mesi le città di Gorizia e Nova Gorica, storicamente separate dalla Cortina di ferro, finalmente riunite nell’anno di Go!2025 che celebra il confine e al tempo stesso il suo superamento. La Guerra fredda come antefatto degli scenari del nostro tempo, quindi: un momento storico da indagare e rileggere per comprendere pienamente, sin dalla loro genesi, le tensioni e i conflitti in cui l’Europa e il mondo sono precipitati in particolare nell’ultimo triennio. Perché l’impatto della Guerra fredda sulle zone di confine è durato ben oltre il crollo del muro di Berlino e l’indagine storica è un assist prezioso per la lettura geopolitica degli scenari del nostro tempo.
Sono 40 le grandi voci internazionali in arrivo a Gorizia, storici e analisti di tutto il mondo, che porranno per la prima volta a confronto la storia delle molte città che furono divise o contese durante la Guerra fredda, in Europa e sul pianeta. «Alcune di questa città – spiega il direttore scientifico del Forum, Tommaso Piffer – si trovavano sulla linea della Cortina di ferro, come Berlino, Gorizia-Nova Gorica, Trieste, Mödlareuth. Altre erano invece a cavallo di Paesi formalmente alleati, ma ancora segnati da un recentissimo passato di sangue, come le città lungo il nuovo confine tedesco-polacco marcato dai fiumi Oder e Neisse. In alcuni casi, la loro collocazione internazionale rimase incerta per anni, spesso furono teatro di tensioni che sfociarono in episodi anche violenti, come avvenne a Trieste nel 1953. Ed è proprio attraverso la storia delle città divise che si misura l’impatto spesso profondo della Guerra Fredda sulle comunità, in particolare nelle zone di frontiera: ferite che solo in parte si sono rimarginate dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino».
A inaugurare il Forum sarà un evento pubblico speciale, la lezione magistrale dello storico David Reynolds, dell’Università di Cambridge, su “Il mondo diviso della Guerra fredda”, in programma nella sede di Gorizia dell’Università di Udine, in via Santa Chiara, domani alle 18, aperto al pubblico e con traduzione simultanea in italiano. Professore emerito di Storia internazionale all’Università di Cambridge e Fellow della British Academy, David Reynolds ha insegnato anche a Harvard e Science Po. È autore di numerosi saggi sulla storia del XX secolo e ha realizzato una serie di film storici per la Bbc.
Otto sessioni in tre giorni scandiranno poi il Forum 2025 a Gorizia, per analizzare le sfaccettature legate alle “città divise e contese”. Nella sede della Fondazione CARIGO si svolgeranno, a porte chiuse, i successivi panel di ricerca. Si parlerà di Berlino e della Germania divisa, e dell’estremo confine del nordest italiano, una vera e propria “faglia” sulla frontiera tracciata lungo le città di Trieste e Gorizia. Si parlerà inoltre di Vienna e del confine austriaco, delle città divise nell’Europa comunista durante la Guerra fredda, e di quelle europee divise al di fuori del blocco sovietico, infine delle città divise nel mondo, fuori dall’Europa. Le conclusioni, sabato 22 marzo alle 17, saranno dedicate a “Confini e zone di confine nella Guerra fredda”, con l’apporto di una delle più autorevoli voci della storia contemporanea, lo statunitense Mark Kramer, Direttore del Centro Studi Guerra fredda di Harvard University, del direttore scientifico del Forum Tommaso Piffer, degli storici David Reynolds e Christian Osterman, quest’ultimo direttore fondatore dell’History and Public Policy Program, supervisiona del Cold War International History Project del Wilson Centre, e condirettore del Nuclear Proliferation International History Project. Molti i nomi di rilievo che faranno tappa a Gorizia: fra questi, oltre a James G. Hershberg, professore di Storia e Affari Internazionali alla George Washington University / Elliott School of International Affairs, lo storico russo-britannico Sergey Radchcenko, Wilson Schmidt Distinguished Professor presso la Johns Hopkins School of Advanced International Studies e Direttore del Bologna Institute for Policy Reasearch. Autore di molti saggi sui temi della Guerra Fredda e sulla storia nucleare e politiche estere e di sicurezza russe e cinesi. Ha lavorato anche come Zi Jiang Distinguished Professor presso la East China Normal University (Shanghai), lavorando e vivendo in Mongolia, Cina e Galles.
Tommaso Piffer
Partner scientifici del progetto 2025 sono le Università di Trieste e di Lubiana, assieme al Centro Studi sulle conseguenze della guerra di Graz. Il Forum è realizzato con il contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (grazie a un contributo speciale in occasione dell’anniversario degli scontri del 1953 a Trieste), della Fondazione Carigo e del Comune di Gorizia, per la direzione scientifica di Tommaso Piffer e con il supporto logistico dell’Associazione Friuli Storia.
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In copertina, lo storico punto di divisione tra Gorizia e Nova Gorica.