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di Giuseppe Longo

AQUILEIA – «L’Aquileia Film festival si conferma uno degli appuntamenti più attesi della programmazione culturale di Aquileia e dell’intero Friuli Venezia Giulia. Un evento che unisce cinema, conoscenza e comunità e che ogni anno diventa occasione per riflettere sul valore della memoria come ponte tra passato e presente. Questa edizione è stata pensata per essere accessibile a tutti grazie a film sottotitolati, audiodescrizioni e trascrizioni in tempo reale delle conversazioni, permettendo a a un pubblico sempre più ampio di partecipare e sentirsi coinvolto. Il festival è da sempre un’opportunità per far conoscere il lavoro degli archeologi, le ultime scoperte dei nostri ricercatori e delle nostre missioni in Italia e all’estero ma anche per discutere di attualità, ambiente e bellezza. E, grazie a una regia curata e alle suggestive riprese con il drone dei siti archeologici, del Museo archeologico e della Basilica illuminati, trasmessi ogni sera in diretta in piazza e in streaming, si è rivelato anche anche una vetrina preziosa per raccontare Aquileia e il suo patrimonio a un pubblico sempre più ampio». Sono le parole di Roberto Corciulo, presidente della Fondazione Aquileia, a conclusione del XVI Festival, il cui sipario è calato durante una serate d’eccezione che ha visto un calorosissimo omaggio della città romana e del Friuli Venezia Giulia a Francesco Tullio Altan e alla sua Pimpa che compie 50 anni. «La splendida piazza Capitolo e la Basilica dei Patriarchi illuminata scenograficamente per l’occasione – ha aggiunto Corciulo – sono state il palcoscenico naturale di un’edizione che ha visto una straordinaria partecipazione: quasi tutti esauriti, spesso già in fase di prenotazione, ogni sera gli 800 posti a sedere in piazza per un totale di 4600 persone in presenza e 23.223 utenti unici collegati in diretta streaming dall’Italia e dall’estero (Italia, Francia, Belgio, Croazia, Inghilterra, Stati Uniti, Svizzera, Austria e Germania, ma anche Canada, Sudafrica, Tailandia e Argentina). Parole, quelle del presidente Corciulo, che si sono sintonizzate con quelle del sindaco Emanuele Zorino che a fine della serata conclusiva ha voluto trarre una sintesi di piena soddisfazione della rassegna cinematografica, dando appuntamento al folto pubblico intervenuto ad applaudire il “papà di Pimpa” all’estate 2026.

Gran finale, dunque, per questa nuova edizione dell’archeocinema, realizzata in collaborazione con Ministero della Cultura, Regione Friuli Venezia Giulia, Comune e Basilica di Aquileia. E tutto questo è avvenuto proprio con la festa dedicata al concittadino Altan, che sul palco si è raccontato in ogni particolare della sua vita artistica e privata – anche riguardo al ruolo avuto nella sua professione, in mezzo secolo assieme, dalla moglie Mara Chaves – incalzato dalle domande pertinenti della giornalista Elena Commessatti, mentre sullo schermo scorrevano, alternandosi con le panoramiche sulle bellezze storiche di Aquileia, le immagini del famoso disegnatore e dei personaggi usciti dai suoi pennarelli a cominciare, appunto, dalla simpaticissima cagnetta a “pois”, diventata supernota in Friuli in seguito alla messa in onda, cominciata non meno di una ventina di anni fa, dei cartoni animati doppiati in “marilenghe”. Al termine dell’intervista, accompagnata spesso dagli applausi, è avvenuta la proiezione del documentario “Mi chiamo Altan e faccio vignette” (regia Stefano Consiglio, produzione Indigo Film). Una ricchissima sequenza di immagini, racconti, interviste e attestazioni di stima e di affetto da parte di tanti amici, sulla vita e sulla carriera artistica di Francesco Tullio Altan attraverso i suoi personaggi, fra tutti Pimpa e Cipputi, protagonisti amici e colleghi, come Paolo Rumiz, Michele Serra, Vauro, Sergio Staino e Zerocalcare. Un racconto che, partendo da Aquileia, dove appunto l’artista vive e lavora, porta nella «sua» Torino, dove c’è la fabbrica per antonomasia: la Fiat di Cipputi. Un racconto che ha accompagnato il pubblico che gremiva piazza Capitolo alla scoperta – o anche alla riscoperta, per le persone più in su con gli anni – della nostra storia più recente, vista attraverso l’ironia e la lucidità di uno dei suoi più grandi interpreti.

Ed ecco, per concludere, una sintesi di quella che è stata l’edizione 2025. L’Aquileia Film Festival ha accompagnato il pubblico in un viaggio affascinante attraverso luoghi, civiltà e storie, legati dal tema conduttore “Strati di memorie”. Un percorso narrativo che ha attraversato epoche e geografie, facendo emergere ciò che il tempo ha sepolto e la ricerca ha saputo riportare alla luce. Le proiezioni hanno esplorato l’Italia come luogo di tensione tra sviluppo e conservazione, con i casi emblematici di Paestum, Sibari e Gravisca, e le storie di chi ha lottato per salvare la memoria intellettuale, come il bibliotecario De Gregori nella Roma della guerra. Lo sguardo si è poi allargato oltre i confini italiani, fino alle rovine devastate di Ninive, dove l’archeologia diventa fondamentale per il recupero della memoria, e a Byblos, città tra le più antiche del Mediterraneo, che continua a rivelare nuovi strati di storia sotto ciò che si credeva già noto.
Uno dei momenti più intensi è stato quello dedicato al santuario etrusco di San Casciano dei Bagni, protagonista del documentario In carne e bronzo – il documentario Rai per la regia di Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo che ha vinto l’Aquileia Film Festival 2025 – con un racconto potente dello scavo archeologico che ha riportato alla luce testimonianze etrusche di straordinario valore. E proprio i bronzi di San Casciano, restaurati, attualmente in esposizione a Berlino, saranno in mostra nella città romana da novembre, come annunciato sul palco da Marta Novello, direttrice del Museo archeologico nazionale di Aquileia. Inoltre, il documentario sul restauro del celebre mosaico pompeiano di Alessandro ha rivelato la tensione tra ciò che la storia cancella e ciò che la scienza può ancora svelare. Le immagini hanno restituito anche la forza evocativa della Via Appia, raccontata come una narrazione continua tra Roma e Brindisi, carica di secoli di viaggi, commerci e pensiero, fino al recente riconoscimento Unesco.

Nel fuori Festival il ritrovamento di una lettera ha fatto emergere una vicenda rimasta nascosta per cinque secoli: la storia di Marcho da Moruzzo, l’ultimo alfiere del Patriarcato di Aquileia. Mentre l’omaggio ai 50 anni della Pimpa e a uno dei più lucidi osservatori dell’Italia contemporanea, appunto il fumettista di Aquileia, le cui vignette – come dicevamo – hanno saputo raccontare, e raccontano ancora, con ironia e precisione, la società degli ultimi decenni e dei nostri giorni. Oltre ai film, le conversazioni-intervista con gli ospiti – Francesca Cenerini, Tommaso Sestito, Luca Peyronel, Jacopo Tabolli, Eugenio Farioli Vecchioli, Corrado Augias, Eros e William Cisilino, Marco Fabbro e Claudio Zorzenon, per concludere proprio con Francesco Tullio Altan – hanno arricchito e completato la proposta festivaliera. Il 15% del pubblico accorso in piazza Capitolo appartiene alla fascia d’età 35-54, il 58% circa è over 55. Circa il 73% proveniva dal Friuli Venezia Giulia, di cui poco meno della metà dalla provincia di Udine. Altre presenze dal Veneto, Lombardia e perfino dal Lazio che hanno ritrovato importanti vestigia romane anche in Friuli. Anche sul web e sui social il festival è stato molto seguito: il sito Internet della Fondazione Aquileia ha avuto un incremento di utenti del 21.7% nell’ultimo trimestre con 21.2% di nuovi utenti concentrati prevalentemente a cavallo di luglio e agosto nelle giornate del Festival. Sui social il pubblico risulta essere al 60% circa declinato al femminile con 77 mila utenti raggiunti nell’ultimo mese su Facebook, un incremento del 33% delle visite alla pagina. Un bilancio, insomma, più che positivo e che dimostra un sempre maggior consolidamento della rassegna cinematografica archeologica, divenuta ormai un appuntamento tradizionale e quindi irrinunciabile. E non solo per la città romana. Per cui arrivederci alla prossima edizione. «Si terrà dal 28 luglio al 4 agosto 2026», ha annunciato il presidente Corciulo. Prendiamone nota!

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In copertina e all’interno alcune immagini dell’appuntamento conclusivo con Altan: il fumettista durante la conversazione con Elena Commessatti, il sindaco Emanuele Zorino mentre porge il suo saluto, la moglie dell’artista e l’intervento conclusivo del presidente della Fondazione Aquileia Roberto Corciulo.

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