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(g.l.) Dora Bassi, Ernesto Mitri, Nando Toso: tre grandi della pittura friulana del nostro tempo, poeti “di confine” dell’informale. E le loro opere saranno protagoniste, sicuramente molto applaudite, della bellissima mostra che il Centro friulano arti plastiche, con la regia di Bernardino Pittino, ha allestito nella Spazio espositivo della Fondazione Friuli, in via Gemona 3 nel cuore di Udine. La mostra dal titolo “Dora Bassi, Enesto Mitri, Nando Toso e l’esperienza informale” sarà inaugurata proprio oggi, 12 dicembre, alle 17.30. L’esposizione sarà poi visitabile durante i seguenti orari: venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12.30 / 16-19 fino al 28 dicembre.
«La mostra dedicata a Dora Bassi, Ernesto Mitri e Nando Toso è come una fotografia ritrovata dove, in un luogo e per un’occasione particolari, un gruppo di amici si sono messi in posa per un ritratto. Il luogo è l’Arte del Novecento, l’occasione è l’Informale, stagione della pittura che – come spiega Carlo Argan – segna la crisi del pensiero occidentale dopo il furore dei totalitarismi e, in particolare, la crisi dell’arte come “scienza europea». Esordisce con queste parole, in una ricca presentazione della rassegna del Cfap, Roberta Corbellini, che poi prosegue: «I nostri tre artisti parlano di questa crisi nei loro quadri costruiti tra gli anni Cinquanta e Sessanta del ‘900 e la cosa è evidente se andiamo oltre la superficie dei pigmenti depositati con maestria di spatola e pennello. A condurre il gesto, non più accademico ed educato, è la ricerca di forme quasi organiche o il tentativo di guadagnare spazi sul campo della tela dove far comparire, nella incertezza del proprio esistere, l’autenticità di una percezione del mondo». E ancora: «Va detto che a nessuno dei tre piaceva raccontare questo periodo fatto di scelte difficili, e di solitudine e incomprensioni con la critica e il mercato dell’arte che in Friuli cercava ancora immagini, racconti e luci della tradizione. Preferivano raccontarlo dalla fine, da un aneddoto perfetto per ironizzare sulla vita di tre artisti di “confine” che si erano trovati faccia-faccia con i tumultuosi anni Sessanta. Ricordavano il critico Gillo Dorfles che dopo una conferenza, aveva dichiarato a tu-per-tu, proprio a loro che l’Informale era over, finito, perché la chiave interpretativa del contemporaneo stava ora nella Pop Art, una nuova pittura realistica, cinica, satirica, rumorosa. Era il 1962. Appena un anno prima Dorfles aveva girato l’Italia per presentare il suo libro sui pittori americani ed europei dell’Informale. Quel giudizio tranchant li aveva disorientati e convinti a non tentare un contradditorio per raccontare da dove venivano e perché l’Informale per loro non era un fatto di moda».
«Serviva una mostra come questa – conclude Roberta Corbellini – per riflettere su tre artisti friulani capaci di intercettare idee comuni a una generazione di creativi che in vari luoghi del mondo cercavano una voce singolare e allo stesso tempo corale per “purificare” l’atto del dipingere». Insomma, un bel regalo per Santa Lucia agli amici dell’arte di casa nostra dal sempre attivissimo Cfap di Udine.
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In copertina, “Estate” di Dora Bassi; all’interno, “Composizione astratta” di Ernesto Mitri e “Strutture su blu” di Nando Toso.

