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Giacomo Ros “torna” alla Casa dello Studente, che ha presieduto per tre decenni, dal 1977 al 2007, nella città – Pordenone – di cui è stato sindaco per otto anni, dal 1967 al 1975. A ricordarlo, ripercorrendone la passione sempre vivissima per l’arte e la cultura, è la mostra che si inaugura oggi, alle 17, nella Galleria Sagittaria di via Concordia, dedicata appunto al “Lascito Ros”, uno scrigno di libri, dipinti, incisioni e sculture donati alla Fondazione Concordia Sette, nata a Casa Zanussi per conservare e valorizzare i tanti quadri, sculture, fotografie e opere su carta rimasti grazie alla generosità degli artisti presentati in centinaia di esposizioni nel corso del tempo.
Giacomo Ros
Promossa dal Centro Iniziative Culturali Pordenone e curata da Giancarlo Pauletto, per il coordinamento della presidente del Centro Maria Francesca Vassallo, la rassegna focalizzata sul Lascito Ros, la 503a mostra d’arte allestita alla Sagittaria, include una selezione delle opere d’arte della casa di Pordenone di Giacomo Ros, donate per testamento al Centro Culturale Casa Zanussi, insieme alla sua biblioteca e alla collezione di musica classica ed operistica. Un percorso di materiali artistici e librari viene così esposta al pubblico nella Galleria Sagittaria, dove Giacomo Ros è stato presenza abituale, al momento delle inaugurazioni, padrone di casa impegnato per trent’anni in prima persona ad accogliere visitatori e ospiti dei percorsi espositivi. «Alto di statura, saliva con passo elastico la scalinata della Casa dello studente, la rampa di scale che portava all’Auditorio dove si sarebbe svolta l’iniziativa che richiedeva la sua presenza, fosse una conferenza, un corso di cultura, l’inaugurazione di una mostra d’arte. Pronto al saluto e alla stretta di mano, prendeva posto al centro del grande tavolo e da lì, con sapienza e souplesse, svolgeva il suo compito di padrone di casa. Questa mostra è un dovuto omaggio alla sua memoria», spiega la presidente Cicp Maria Francesca Vassallo. E di Giacomo Ros così parlava don Luciano Padovese, in un ricordo all’indomani della sua scomparsa, nel 2012: «Un personaggio che ha dato moltissimo alla città di Pordenone e al suo territorio con uno stile molto personale di signorilità (…). L’equilibrio, la signorile e delicata fermezza con cui sostenne passaggi delicati di percorsi non facili in ordine a un obiettivo preciso: affermare e difendere la cultura e la formazione, specie a favore dei giovani, ma non solo di loro, come obiettivo di primaria importanza per una società che voglia essere davvero democratica e matura».
Molte le opere in mostra alla Galleria Sagittaria: nel lascito Ros anche firme importanti, quelle di tre artisti notissimi a livello nazionale, Renato Guttuso (Bagheria 1911-Roma 1987), presente con un ritratto in litografia caratterizzato dalla consueta solidità del disegno, Augusto Murer (Falcade 1922-Padova 1985), con una serigrafia colorata di corsiva abilità, rappresentante dei contadini che zappano e Mario Donizetti, noto soprattutto come ritrattista, presente con un nitido ritratto in litografia. In esposizione nove incisioni di Giambattista Tiepolo, delle quali scrive il curatore, Giancarlo Pauletto: «L’assoluta souplesse del segno e la straordinaria naturalezza della composizione ci mettono di fronte ad un’arte fuori del comune in grado, sembra, di scolpire l’aria, di creare figure e atteggiamenti che paiono sospesi in un tempo eterno». E poi una Scena di caccia riferibile al XVI secolo, un’ampia Scena di battaglia del XVII secolo centrata su un impetuoso cavaliere dal mantello rosso che si getta nel cuore della mischia, una Rebecca al pozzo collocabile nel XVIII secolo. In ambito contemporaneo, nel lascito Ros vari artisti del territorio pordenonese: Pio Rossi con un notevole acquarello, un bel paesaggio di Eugenio Polesello, Pietro Toffolo, Luigi Scarpa Croce, Afredo Beltrame, Giorgio Igne, Giancarlo Magri, Mario Moretti, Pierino Sam, Angelo Giannelli e, particolarmente rappresentato, Giorgio Bordini. Compaiono inoltre molti volumi di arte, che meritano essere sfogliati.
Angelo Giannelli
Autore sconosciuto
Giorgio Bordini
Sindaco emerito di Pordenone e toga di diamante del Foro di Pordenone, Giacomo Ros era originario di Brugnera. Alla fine del ’42 venne arruolato nel reggimento Autieri e prestò servizio prima a Firenze e poi ad Albenga. Con l’addio alle armi dell’8 settembre ’43, il ritorno precipitoso a Brugnera dove spesso si nascose per evitare di essere catturato. Non sfuggì ai tedeschi, che lo imprigionarono prima al Castello di Pordenone e quindi in un campo di prigionia nei pressi di Udine, da dove fuggì ammassando alcune brande sotto il muro di cinta, scavalcandolo con alcuni compagni per evitare la deportazione in Germania. Laureato in giurisprudenza a Padova nel 1948, coniugò professione e attività politica nella Democrazia Cristiana. Sindaco di Brugnera fino al 1960, da quell’anno e fino al 1975 è stato consigliere a Pordenone ricoprendo prima l’incarico di assessore e quindi la carica di sindaco dal 1967 al 1975. Presidente della Fiera di Pordenione dal 1978 al 1987, è stato anche consigliere di amministrazione e vicepresidente della Banca Popolare Friuladria. Prezioso il suo contributo per la cultura. Nel 1971 è diventato il primo presidente dell’Istituto regionale di studi europei e dal ’77 al 2007 anche presidente della Casa dello studente.
Mario Moretti
La mostra dedicata al Lascito Ros è realizzata con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, ingresso gratuito, prenotazioni cicp@centroculturapordenone.it. Il catalogo è disponibile in Galleria e su richiesta Info Centro Iniziative Culturali Pordenone, tel 0434.553205 Informazioni: Centro Iniziative Culturali Pordenone: www.centroculturapordenone.it/cicp cicp@centroculturapordenone.it
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In copertina, ecco una delle nove bellissime incisioni del grande Giambattista Tiepolo.
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