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Rileggere gli anni della Guerra Fredda e la storia del Novecento, dal Centro Europa alle regioni adriatiche, per indagare l’eredità che quel periodo consegna al nostro tempo: è dedicata a “Commemorating the Cold War in Europe – Sulle tracce della Guerra Fredda in Europa” la seconda edizione del Forum internazionale in programma a Udine da oggi a sabato, forte di un think tank internazionale di studi con i massimi esperti del mondo in tema di Guerra Fredda. Il progetto è frutto di una partnership fra l’Università di Udine, l’Università di Harvard – Centro Studi Guerra Fredda e l’Associazione Friuli Storia. L’iniziativa, per la direzione scientifica di Tommaso Piffer – docente all’Università di Udine – punta a consolidare un network internazionale di studiosi, capofila l’Università di Udine, focalizzato sulla storia dei confini e delle terre di confine nella Guerra Fredda.

 Hope Harrison

Nadia Boyadjieva

Il Forum ai nastri di partenza, sostenuto dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e dal progetto Prin Prnn “Cultural heritage of war on the borderland”, vedrà protagonisti alcuni dei più noti storici del nostro tempo, da Mark Kramer, direttore del Centro Studi sulla Guerra Fredda di Harvard University, a David Reynolds, Professore emerito di Storia internazionale all’Università di Cambridge e Fellow della British Academy. E ci saranno anche altri storici di riferimento nel network cresciuto accanto a queste iniziative: Nadia Boyadjieva (visiting Harvard University), Hope Harrison (George Washington University), Patrick Karlsen (Università di Trieste), Paweł Machcewicz (Università di Varsavia), Christian Ostermann (direttore Wilson Center’s History Washington), Molly Pucci (Trinity College, Dublino) e Peter Ruggenthaler (Università di Graz).
Il progetto si aprirà dunque oggi, alle 18.30, nella Sala di Fondazione Friuli a Udine, con il saluto del rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton, e la Lezione magistrale dello storico Andrea Graziosi, una delle voci più autorevoli dell’indagine storica contemporanea, ordinario all’Università di Napoli Federico II, su “L’eredità della Guerra fredda in Europa”. Nel corso del suo intervento, Graziosi ricorderà prima la memoria e l’eredità politica e culturale delle grandi linee di faglia che hanno attraversata la storia europea – quella tra arabi e poi turchi e cristiani, tra Riforma e Controriforma, e tra i suoi nazionalismi – per focalizzare poi sulla Guerra Fredda e su quanto quella esperienza ha impresso nell’Unione Europea, in alcuni dei suoi Stati membri, nella Chiesa cattolica e infine nei Paesi post-sovietici, a partire dalla Russia.

Tommaso Piffer

A questo evento pubblico seguiranno due giornate di studio, domani e sabato, fitte di interventi e relazioni, a Udine e Malborghetto, con 30 studiosi di tutto il mondo a confronto sul patrimonio della Guerra Fredda: dal centro Europa alla regione adriatica, dai Musei agli archivi, ai bunker, alle altre strutture militari che sono tappa potenziale di un formidabile circuito di turismo storico. L’impatto della Guerra fredda sulle zone di confine è durato ben oltre il crollo del muro di Berlino, e con Hope Harrison i partecipanti potranno avventurarsi nelle memorie sopravvissute in Germania, ritrovare le atmosfere del mitico Checkpoint Charlie a Berlino, per riscoprirlo oggi come sito di ricordo pulsante di quegli anni insieme alla storica Susanne Muhle , esplorare la storia del Muro di Berlino e di una città divisa con Gerhard Sälter, conoscere il Museo di Storia Tedesca nel racconto di Katharina Zeiher. La memoria delle vittime di quegli anni sospesi fra est e ovest riecheggia anche intorno al Monumento agli Agenti della Cia morti in missione sulla Cortina di Ferro, ne parlerà lo storico Richard Cummings, e sarà interessante esplorare le carte degli Archivi di Sicurezza di Stato desecretati fra Romania, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca e soprattutto con Andriy Kohut approfondire quanto resta degli Archivi del KGB conservati in Ucraina, testimonianza di decenni di violazione delle libertà e dei diritti personali da parte degli Stati totalitari. Una parte importante dell’esplorazione sarà dedicata a centri di memoria dell’area centro-europea: con Dieter Bacher e Julia Köstenberger viaggeremo fra Monumenti e Musei della Guerra Fredda in Austria, Tvrtko Jakovina ci guiderà attraverso le vestigia della Guerra Fredda nell’ex Yugoslavia di Tito, Rok Bavčar si focalizzerà sul Museo di confine a Nova Gorica e Giulia Caccamo sarà guida lungo i sentieri “Alla Soglia di Gorizia”.
La conclusione sarà dedicata proprio al patrimonio della regione Friuli Venezia Giulia, che prenderà vita alla fine della giornata di studi quando i partecipanti avranno occasione di visitare il bunker Opera 4 di Malborghetto Valbruna. Il bunker, gestito dall’Associazione Landscapes, è inserito nel progetto Frontiera Est avviato dall’Università di Udine, sempre in sinergia con il centro studi della guerra fredda di Harvard: un portale dedicato alla mappatura e messa a sistema delle strutture difensive realizzate sul confine orientale nel corso del XX secolo, oltre 1300, completamente abbandonate con la fine della Guerra Fredda.

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In copertina, il professor Mark Kramer dinanzi alla Porta di Brandeburgo a Berlino.

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