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di Giuseppe Longo

POZZUOLO – Scende il sipario sulla “cittadella dell’opera” dopo tre intense giornate dedicate a Giacomo Puccini, nel centenario della scomparsa, ma anche a Pietro Mascagni, altro genio dell’italico belcanto. Nell’ampio cortile delimitato dalle barchesse di villa Gradenigo Sabbatini, questa sera giunge infatti a conclusione il Progetto Puccini 2024 che Pozzuolo del Friuli ha voluto organizzare, con Opera Prima Wien, quale omaggio al grande compositore di Torre del Lago. Per cui anche oggi andranno in scena, per la direzione di Tiziano Duca, i due atti unici di “Cavalleria Rusticana” e “Gianni Schicchi”, molto applauditi nelle prime due serate di sabato e domenica, mentre ieri è andata in scena, pure molto apprezzata, una ricca selezione di arie fra le più belle delle due opere al Palamostre di Udine.


Folto ed entusiasta il pubblico richiamato dalle rappresentazioni pozzuolesi, che peraltro hanno beneficiato di un tempo splendido con temperature finalmente gradevoli dopo quelle bollenti dei pomeriggi. Tanti e prolungati gli applausi alla formazione orchestrale guidata dal maestro Duca, il quale ha presentato i due lavori del Progetto pucciniano, fornendo una sorta di guida all’ascolto e spiegando i motivi dell’accostamento di opere così diverse interpretate, nel caso della “Cavalleria”, non solo dai bravi cantanti – Roberto Frontali, Natasa Katai, Gustavo Porta, Daniele Terenzi e Giovanni Romeo -, ma anche dall’appassionato e volonteroso coro diretto da Sabina Arru, che conta anche diversi giovanissimi. Davvero coinvolgente il lavoro di Mascagni che attinge alla famosa novella verista di Giovanni Verga e che è stato calato perfettamente nel contesto di una Pozzuolo di un secolo fa con l’abile regia di Francesca Mazzilli. Tanto che la siciliana Vizzini, in cui si dipana la tragica vicenda di Turiddu, Alfio e Santuzza, si è trovata proiettata in un contesto friulano con effetti sorprendenti ed efficaci. Trascinante e molto applaudito il famoso Intermezzo strumentale in cui l’Orchestra ha messo a frutto tutte le sue potenzialità.
Brillante e piacevole, poi, la successiva interpretazione di “Gianni Schicchi” messo in scena proprio per l’omaggio all’autore di capolavori del calibro di “Tosca” e “Madama Butterfly”. Un’opera comica nella quale si consuma la beffa escogitata dall’abile fiorentino, immortalato nell’Inferno della Commedia dantesca, ai danni dei parenti di Buoso Donati, i quali trovatisi diseredati dal ricco mercante appena passato all’altro mondo, si affidano proprio a Schicchi affinché eviti la dispersione del patrimonio a favore dei frati. Ma la sua destrezza gli consente di mettere a punto uno stratagemma infallibile che gli fa intascare tutta l’eredità di Buoso, tra le furibonde reazioni dei parenti che si ritrovano a mani vuote. Veramente bravi i cantanti-attori – a cominciare proprio dai convincenti interpreti dello Schicchi e della celebre romanza “O mio babbino caro” -, pure questi impegnati nella originale ambientazione friulana.
Due atti unici che però hanno messo assieme ben tre ore di spettacolo, nelle quali il pubblico si è lasciato andare anche a calorosi battimani a scena aperta, mentre dalla bella fontana in mezzo al cortile giungeva il festoso gracidare delle ranocchie nascoste sotto le rigogliose ninfee. Evidentemente anch’esse hanno gradito…

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In copertina e all’interno alcune immagini da “Gianni Schicchi” e da “Cavalleria Rusticana” proposte da Opera Prima Wien con il maestro Tiziano Duca a Villa Gradenigo Sabbatini a Pozzuolo del Friuli.

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