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di Giuseppe Longo

CAPRIVA DEL FRIULI – Impossibile dimenticare la tristissima esperienza della pandemia scoppiata cinque anni fa, con tutte le limitazioni che ne sono seguite e che hanno penalizzato gravemente anche il settore artistico e culturale. Per cui grande emozione, ieri sera, a Villa Russiz sui colli caprivesi, nell’ascoltare attraverso la brillante interpretazione dell’Orchestra Thomas Schippers, “Twenty Twenty”, cioè 2020, quando verso la fine di febbraio cominciò a circolare il Codiv-19, dapprima più noto come Coronavirus. In quei mesi di inizio primavera l’australiano Robert Davidson si accingeva a festeggiare il compleanno della figlia, ma il diffondersi del morbo che avrebbe sconvolto il mondo aveva giocoforza fatto cambiare i programmi. Per cui, rattristato dalle imposizioni restrittive scattate anche in Oceania, il compositore, allora cinquantaquattrenne, aveva deciso di trasferire sul rigo musicale i suoi sentimenti. E ne era uscita una composizione per pianoforte – poi trascritta per orchestra – che pure oggi emoziona fin dal primo ascolto, per i toni gravi che trasmettono il suo stato d’animo in difficoltà, ma anche sereni, e talora gioiosi, che inducono alla speranza. Quella che ci ha fatto credere che prima o poi (poi, purtroppo) tutto sarebbe passato. E il folto pubblico non ha potuto fare a meno di ricordare e rivivere quei drammatici momenti, che fecero anche tante migliaia di vittime. Per cui i prolungati applausi hanno indotto Carlo Grandi a concedere immediatamente un bis integrale della significativa composizione, che probabilmente, come confidato dal maestro stesso, veniva «eseguita per la prima volta in assoluto nella sua versione orchestrale». Dello stesso autore di Melbourne, insegnante di musica all’Università del Queensland, la Schippers ha proposto poi il fortemente ritmato “A Short Hour Unseen”, composto da Davidson esattamente un quarto di secolo fa. Anche la sua trascinante parte conclusiva è stata riproposta, e per ben due volte, visto il caloroso incitamento dell’uditorio, fra il quale siedeva anche il presidente dell’Associazione Schippers, organizzatrice dell’evento, avvocato Cristiano Gobbi.


Ospitato nell’insolita ma suggestiva cornice delle cantine storiche della benemerita Fondazione produttrice di grandi vini Collio, con annessa casa famiglia che porta il nome della fondatrice Adele Cerruti, il riuscitissimo concerto ha segnato l’inaugurazione della nuova edizione del “Festival Schippers” che toccherà diverse località del Friuli Venezia Giulia, essendo programmata una quindicina di serate. Questa prima tranche, fatta di quattro appuntamenti tra cui anche una prova aperta sempre nella cornice di Villa Russiz, toccherà già questa sera l’antica Basilica mariana di Muggia Vecchia, mentre mercoledì e giovedì prossimi sarà la volta del Mulino di Terenzano, in Comune di Pozzuolo del Friuli, e della Corte Marco d’Aviano a Palazzo Torriani, sede municipale di Gradisca d’Isonzo.
Molto bello e coinvolgente il programma messo a punto dal direttore artistico, volto a individuare la «correlazione tra la pulsazione ritmica ed i contrappunti di alcuni capolavori del periodo Barocco e altri dell’Età contemporanea», tanto da intitolare “Ba Rock” questa prima parte di concerti. Il maestro Grandi ha infatti messo a confronto i ritmi veloci di certe composizioni di oltre tre secoli fa con quelli delle partiture del nostro tempo, indicando delle analogie seppur i generi musicali siano completamente diversi. La serata è cominciata, pertanto, con un festoso Concerto in La maggiore per Archi di Antonio Vivaldi, proponendo poi, dello stesso “prete rosso” l’altrettanto affascinante Concerto in Do maggiore, nel quale i toni allegri del primo e terzo movimento cedono spazio a quelli gravi e meditativi del secondo. Ed ecco due godibilissimi brani del suo contemporaneo Georg Philipp Telemann, del quale gli archi della Schippers hanno interpretato con grande efficacia un Divertimento e 6 Scherzi, alla fine del quale c’era addirittura un singolare “Scherzo Arlecchinoso”, dai ritmi molto giocosi e scanzonati adatti a ricordare la più conosciuta maschera del Carnevale italiano. Ma non da meno è stato il “Tourbillon” dello stesso autore nato a Magdeburgo, un vero e proprio “vortice” musicale che subito ti coinvolge senza farti perdere una battuta. Meritata, a questo punto, una pausa di alcuni minuti, per riprendere poi con una bellissima Suite del francese Jean-Philippe Rameau, del quale più volte Carlo Grandi ha offerto deliziose interpretazioni – in evidenza il violino di Laura Grandi nella Descente de Mercure -, prima di arrivare alle citate coinvolgenti opere di Robert Davidson. Lunghi e calorosi gli applausi all’indirizzo del direttore e della sua formazione cameristica. Per cui è doveroso ricordarne i componenti: violini appunto Laura Grandi, Marco Favento, Daniel Longo, Beatrice Cher, Lorenzo Mian, Simonetta Fumiato e Lea Pangerc; viola Rachele Castellano; violoncello Massimo Favento e Katja Panger; contrabbasso Donata Paduano. I quali stasera, come detto, replicano: appuntamento, alle 21, a Muggia.

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In copertina e all’interno alcune immagini del bellissimo concerto che l’Orchestra Thomas Schippers diretta da Carlo Grandi ha offerto ieri sera nell cantine storiche di Villa Russiz a Capriva del Friuli.

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