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Due appuntamenti in questi giorni nell’ambito della manifestazione letteraria “pordenonelegge Fuoricittà_Autunno”: a Morsano al Tagliamento, domani, e a Sesto al Reghena, giovedì. Ecco, pertanto, in dettaglio le due invitanti proposte culturali.
MORSANO AL TAGLIAMENTO – Un maestro della narrazione, un impareggiabile “funambolo” dei plot nei quali si intrecciano le vicende umane: è lo scrittore Andrea Vitali, artefice di un mondo letterario popolato da personaggi inimitabili, un microcosmo che trova il suo set ideale sulle sponde del Lago di Como, dove la letteratura contemporanea trova una naturale alleanza tra paesaggio e intreccio, dispiegandosi in un palcoscenico narrativo vivo e pulsante. Si intitola “I rimedi del dottor Aiace Debouché”, la nuovissima fatica di Andrea Vitali, in libreria dal 4 novembre per Garzanti: un romanzo subito “catturato” dal cartellone di “pordenonelegge Fuoricittà_Autunno”, per l’incontro in programma domani, 19 novembre, alle 20.45 nella Sala del Tabar a Morsano al Tagliamento, dove Andrea Vitali converserà con la scrittrice Anna Vallerugo. Ingresso gratuito, possibilità di prenotazione attraverso il proprio account mypnlegge sul sito www.pordenonelegge.it. Info: 0434.1573100 mail segreteria@pordenonelegge.it. L’evento è promosso da Fondazione Pordenonelegge.it in sinergia con l’Amministrazione comunale di Morsano al Tagliamento, a cura di Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet.
Con I rimedi del dottor Aiace Debouché Andrea Vitali mette in scena l’imprevedibilità della vita, le sue impensabili coincidenze e le inaspettate vie di fuga che gli abitanti del “suo” lago sanno inventarsi per fronteggiare gli eventi. Chiuso nel retrobottega della farmacia che ha da poco acquistato a Bellano, il dottor Aiace Debouché sta facendo i suoi conti e le sue valutazioni. È una sera di febbraio del 1920, ovattata dalla neve copiosa che ha imbiancato le rive del lago e coperto il paese di una coltre immacolata. Il risultato delle analisi del dottore appare quanto mai eloquente, ma la causa un po’ meno. Forse bisognerebbe indagare sulla scarsa varietà dell’alimentazione dei suoi nuovi concittadini, oppure verificare la presenza di una tara genetica che si tramanda di generazione in generazione; sta di fatto che data la frequenza con cui vengono richiesti alcuni tipi di farmaci è evidente che il malessere più diffuso in paese è la stitichezza. E lui, uomo di scienza dalle robuste ambizioni, si sente perciò investito del compito di trovare un rimedio potente e infallibile. Ma per il dottor Debouché l’arrivo a Bellano non riserva solo peculiarità di tipo sanitario. Vi trova una comunità con le proprie gerarchie, i propri riti e una spiccata tendenza al pettegolezzo. E anche la squisita mostarda del droghiere Vespro Bordonera, che oltre a vendere prelibatezze ha una figlia in età da marito che è un vero gioiello. Vuoi perché Virginia è davvero una bellezza, educata in Svizzera e con velleità di un matrimonio di livello, vuoi perché il Debouché è un ottimo partito e il migliore sulla piazza, l’incontro tra i due sembra già scritto dal destino.
Mario Desiati
SESTO AL REGHENA – Vincitore del Premio Strega 2022 con Spatriati, lo scrittore Mario Desiati si ripresenta ai suoi lettori con “Malbianco” (Einaudi, 2025), un romanzo che intreccia memoria familiare e rimosso collettivo, finalista del Premio Internazionale Flaiano 2025. L’occasione per sfogliarlo arriva attraverso il cartellone di “pordenonelegge Fuoricittà_Autunno” che farà tappa giovedì 20 novembre a Sesto al Reghena, alle 18.30 nell’auditorium Burovich: un evento promosso da Fondazione Pordenonelegge.it in sinergia con l’Amministrazione comunale di Sesto al Reghena, a cura di Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet. Ingresso gratuito, possibilità di prenotazione attraverso il proprio account mypnlegge sul sito www.pordenonelegge.it. Info: 0434.1573100 mail segreteria@pordenonelegge.it. Con Mario Desiati converserà lo scrittore Alberto Garlini, curatore di pordenonelegge.
Malbianco è un libro lirico e inquieto, che si addentra attraverso il passato del suo protagonista, il quarantenne Marco Petrovici. Da Berlino, dove vive, tornerà in Puglia, dai genitori ormai anziani che vivono immersi in un bosco di querce e lecci nella campagna tarantina, inseguendo i segreti del proprio cognome e dei suoi antenati. Tra boschi, diari nascosti e fantasmi di guerra, emerge una storia di colpa e vergogna, radici e identità. Raccontando la frenesia e i turbamenti di un protagonista consumato dalla storia che si porta addosso, Mario Desiati ci consegna il suo romanzo più inquieto, ambizioso e maturo. Una storia intima, eppure universale. I segreti e i silenzi avvolgono i protagonisti di questa storia come il malbianco infesta il tronco degli alberi. Tra i Petrovici, infatti, ci sono da sempre più fili nascosti che verità condivise. Ma le domande del figlio che si è smarrito, e per questo si volta a guardare le proprie orme, diradano via via le nebbie di una memoria famigliare lacunosa e riluttante. Se «di certi fantasmi ci si libera soltanto raccontandoli», prima di tutto bisogna conoscere il passato da cui proveniamo. Dai boschi di Taranto al gelo dei campi di prigionia tedeschi, Mario Desiati indaga il rapporto tra l’individuo e le sue radici, il trauma e la vergogna, interrogando con coraggio il rimosso collettivo del nostro Paese. Con l’aiuto di zia Ada, della letteratura e della storiografia, della psicoterapia e di un diario ritrovato non per caso, Marco curerà il «malbianco» che opprime la sua famiglia. Facendosi largo tra reticenza e continue omissioni, scopre la vita segreta della bisnonna Addolorata, trovatella e asinaia, e ricostruisce le vicende di nonno Demetrio e di suo fratello Vladimiro, entrambi reduci di guerra, una guerra combattuta e patita in modi molto diversi. Chi sono davvero i Petrovici? Da dove arrivano? E cosa c’entra con loro un’antica ninna nanna yiddish che inconsapevolmente si tramandano da quasi cent’anni? Questa è la parabola di chi rivolge lo sguardo dietro di sé, alle proprie origini più profonde, per vivere il presente e immaginare un futuro libero da quel malbianco che nasconde la vera essenza delle persone.
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In copertina, lo scrittore Andrea Vitali in una foto di Yuma Martellanz.

