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È in programma domani 18 agosto, ad Aquileia, la nuova tappa italiana di “Progetto e” – dove “e” sta per Europa – che è parte del programma ufficiale di GO!2025 “Moja meja je tvoja meja/Il tuo confine è il mio confine”. Incentrato sulla necessità di promuovere la costruzione di una Europa più unita, l’articolata iniziativa ha come capofila l’associazione vicino/lontano e si realizza con il supporto di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della cultura 2025 e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: un viaggio lungo il confine orientale, tra Austria, Italia, Slovenia e Croazia, con 27 “fermate”, come 27 sono i Paesi dell’Unione Europea, che ha avuto inizio lo scorso 26 giugno in Carinzia e si concluderà il 30 agosto, a Trieste, al teatro Miela.
La tappa di domani si aprirà, come sempre, con una esplorazione dei luoghi che accolgono il progetto: alle 17, con partenza dal piazzale antistante il Museo Paleocristiano in piazza Monastero, è in programma la visita guidata al porto fluviale di Aquileia e al museo, a cura del restauratore e profondo conoscitore della storia di Aquileia Daniele Pasini. Alle 19, in Domus Tito Macro, avrà luogo uno dei momenti centrali di riflessione con esperti previsti dal progetto. “L’Aquileia afroasiatica” è il titolo dell’incontro a cui interverranno Gian Paolo Gri, antropologo culturale, già presidente del comitato scientifico di vicino/lontano, Andrea Bellavite teologo e saggista, direttore della Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia, e Giorgio Banchig, giornalista, autore di volumi e ricerche su storia, cultura e tradizioni degli sloveni della Salvia friulana. Alle 21.30, dopo un rinfresco offerto dagli organizzatori, nella piazzetta all’angolo sud-orientale della Basilica, vicino all’entrata del Cimitero degli Eroi, la giornata si concluderà con la messa in scena, in italiano, dello spettacolo “Sui sentieri dell’Europa” di e con Mattia Cason – direttore artistico del progetto – e con Alessandro Conte e Muhammad‘Abd al-Mun’im.
La pièce, nucleo centrale del progetto, viene rappresentata – a secondo del luogo che la ospita – anche in sloveno, friulano, tedesco e croato. Prende spunto dall’incontro degli attori Mattia Cason e Alessandro Conte – entrambi diplomati alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe – con Muhammad‘Abd al-Mun’im, editore, scrittore e poeta di Aleppo costretto ad abbandonare la Siria per le sue opinioni avverse al regime di Bashar al-Assad e ora rifugiato in Slovenia. Attraverso i linguaggi del teatro, della danza e del cinema, lo spettacolo sovrappone piani temporali diversi – l’eterno presente del mito, la storia antica, le vicende del secolo scorso e quelle contemporanee dei protagonisti – per ricordare agli spettatori la centralità delle migrazioni nella costruzione della storia europea, invitandoli ad aprirsi alla curiosità e alla meraviglia: il primo, necessario passo per considerare le migrazioni di oggi quale chiave per costruire un’Europa più unita, superando i concetti di Nazione e di Occidente. Il viaggio di progetto “e” viene seguito dalle antropologhe slovene Špela Ledinek Lozej e Nataša Rogelja del Centro Sazu, dall’antropologa tedesca Janine Schemmer e da un video-operatore al fine di realizzare un diario etnografico e un documentario. In ogni tappa gli spettatori vengono invitati a condividere direttamente le proprie riflessioni in dialogo con le antropologhe, o a esprimere anche in un secondo momento il proprio punto di vista via email o attraverso i canali social del progetto, quasi a formare una ideale “costituente” di una Europa diversa.

Sono partner del progetto il Centro di ricerca dell’Accademia slovena delle Scienze e delle Arti ZRC SAZU, il Centro culturale dell’Università di Klagenfurt UNIKUM, il Centro studi Nediža di San Pietro al Natisone, la Fondazione slovena Pot miru/Walk Of Peace e l’associazione culturale Bottega Errante di Udine. Vi collaborano il Centro sloveno per la Ricerca scientifica e l’Innovazione ARIS, il Centro di produzione En Knap di Lubiana, Tib Teatro di Belluno e l’Agenzia regionale per la lingua friulana ARLeF.
Tutti gli appuntamenti di progetto “e” sono a partecipazione libera e gratuita.

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In copertina e all’interno due immagini del progetto a Rozna Dolina – Nova Gorica e a Sabotin – Slovenia. (Photo MetodBlejec)

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