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Al Verdi non è mai la solita musica! è il motto che accompagna la selezione artistica ideata dal consulente musicale del Teatro di Pordenone, Alessandro Taverna. Lo dimostra il concerto in programma sabato 15 febbraio (inizio ore 20.30) che ha come protagonista una vera star mondiale dell’archetto, il violinista nato a Taipei ma cresciuto in Australia, Ray Chen, il quale inaugura un percorso che attraversa l’intero cartellone musicale che ha proprio il violino come suo fulcro, accomunando i grandi interpreti della vecchia e della nuova generazione. Ray Chen, in assoluto uno dei maggiori talenti del violino della sua generazione (classe 1989) , si esibirà nel celebre Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Con lui l’Orchestra della Svizzera Italiana guidata dalla norvegese Tabita Berglund, direttrice di straordinario carisma, da poco al vertice della prestigiosa Filarmonica di Dresda. Coetanea di Chen, Tabita Berglund è in rapidissima ascesa internazionale, appartenente a quella “scuola scandinava” che viene generalmente indicata nei libri di storia della musica come debitrice del Romanticismo tedesco e che oggi rappresenta indubitabilmente il centro mondiale della nuova generazione di direttori d’orchestra.
L’Orchestra della Svizzera Italiana.
Tabita Berglund
Brillantezza e passione, unite a una straordinaria abilità musicale: è questo il ritratto di Ray Chen, che continua ad attirare su di sé un entusiasmo di portata globale che travalica i confini della musica classica e ridefinisce il concetto stesso di musicista del 21° secolo. Violinista e influencer da un milione di followers, attivo anche nell’ambito della filantropia e della tecnologia, per Ray Chen la musica è “una forza che può guarire le nostre menti, sollevare il nostro spirito e nutrire la nostra anima”.
Il concerto di sabato a Pordenone si aprirà con Egmont, ouverture in fa minore, op. 84 di Ludwig van Beethoven, composta nel 1810 per l’Egmont di Goethe. Tra i grandi apporti di Beethoven alla musica dell’Ottocento, vi è la capacità di concentrare in un solo brano sinfonico anche molto compatto un intero dramma: senz’altro, una delle caratteristiche più formidabili e più nuove del suo genio e una delle ragioni del successo, dell’impatto anche a livello storico, di questa e di altre ouverture. Pagina centrale del programma musicale sarà, come detto, il Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra di Čajkovskij: primo concerto russo a essersi imposto nel repertorio violinistico, è una delle più celebri pagine per violino di tutti i tempi e un’opera di lirismo travolgente, di grande difficoltà tecnica. Chen si esibirà come solista con lo Stradivari “Dolphin” del 1714, del valore di oltre dieci milioni di dollari appartenuto anche a Jascha Heifetz, affidatogli dalla Nippon Music Foundation, preannunciando un’esperienza incantevole ed elettrizzante, di puro godimento romantico. Chiude il cerchio della serata una compagine di grande prestigio come l’Orchestra della Svizzera Italiana, che proporrà, nella seconda parte, la 7ª Sinfonia di Dvorak, la sinfonia più romantica del compositore boemo e quella considerata da molti più bella, possedendo una tensione formale e un’intensità forse superiori rispetto alla sua più celebre sorella, la Nona.
Ray Chen
Per info e biglietti: www.teatroverdipordenone.it
Il Caffè Licinio sarà aperto dalle 19 per un aperitivo o per un buffet pre-spettacolo, da prenotare alla Biglietteria del Teatro.
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In copertina, tutti i protagonisti del grande concerto di sabato sera a Pordneone.