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Partita la 28ma edizione del Premio pianistico internazionale “Stefano Marizza”, intitolato al giovane concertista allievo del Conservatorio di Trieste, scomparso prematuramente nel dicembre 1996. Fino a giovedì 24 ottobre saranno in gara i 12 pianisti selezionati, nelle fasi precedenti, dalla Giuria 2024 del Premio, presieduta da Massimo Gon, pianista e docente al Tartini, insegnante di Stefano Marizza, e composta dal pianista Luca Trabucco, direttore artistico del concorso e docente al Conservatorio Tartini; da Paolo Fazioli, fondatore del prestigioso brand di produzione dei pianoforti utilizzati per le esecuzioni del Concorso, da Marco Seco, direttore artistico della Società dei Concerti di Trieste e da Xin Wang, direttore artistico dell’ International Piano Festival di Geilenkirchen.
Stefano Marizza
Nella Sala Tartini del Conservatorio di Trieste, che promuove il Premio in collaborazione con la famiglia Marizza e il cavalier Alessandro Rossit, le fasi salienti della competizione che, dopo quelle di ieri, prevedono prove anche oggi, quindi una prima prova finale domani e una seconda prova finale in forma di concerto pubblico giovedì 24 ottobre, alle 20.30 in Sala Tartini. Sarà proprio questa la serata evento del Premio Marizza 2024: un concerto che si apre alla libera partecipazione del pubblico e prevede che ogni spettatore possa esprimere il proprio voto per contribuire a designare il vincitore della 28ma edizione del Premio. Prenotazioni fino ad esaurimento posti, telefono 040 6724911 info e dettagli www.conts.it
Nel tempo, il Premio pianistico internazionale Stefano Marizza ha saputo crescere e consolidarsi, diventando riferimento internazionale di settore. Le ultime edizioni sono andate nel 2018 alla pianista coreana Hansol Noh, Seul (Corea del Sud), nel 2019 ex aequo a Elia Cecino, Treviso (Italia) e Kostandin Tashko, Tirana (Albania); nel 2020 a Modesto Picci, Patu, Lecce (Italia), nel 2021 a Domenico Bevilacqua, Ravenna; (Italia), nel 2022 ad Antonio Alessandri, Milano (Italia) e nel 2023 alla pianista Giulia Toniolo.
Stefano Marizza era considerato fra i più brillanti allievi del suo corso di pianoforte al Conservatorio “Giuseppe Tartini”. Nato a Fogliano il 9 dicembre 1969, iniziò a studiare pianoforte con la guida della maestra Gianna Visintin. Dal 1988 allievo del maestro Massimo Gon al Conservatorio triestino dove si diplomò, con ottimo punteggio, nel 1995. Nel 1994 si laureò in materie letterarie, con lode, alla Facolta di Magistero di Trieste e, l’anno successivo, si iscrisse al corso di laurea in pedagogia. Da anni collaborava con l’Universita Popolare di Trieste dove era stato assunto nel gennaio 1996 ed era considerato uno dei funzionari emergenti. Nei frequenti viaggi e contatti in Istria aveva allacciato importanti rapporti con le Comunità degli Italiani dalle quali era particolarmente stimato ed apprezzato.
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È dedicato a “La variazione” ed è affidato a uno dei più sensibili giovani pianisti del nostro tempo, l’artista ucraino Volodymyr Lavrynenko, il prossimo concerto della Stagione Cameristica Cromatismi 3.0 che schiude un avvincente programma di Variazioni d’autore, da Haydn a Mozart, da Schubert a Beethoven. Appuntamento dunque domani, alle 20.30 al Teatro Miela di Trieste, per ascoltare da vicino un “talento straordinario che impressiona per il suo modo morbido e finemente graduato di suonare il pianoforte”, come scrive di Lavrynenko la Fondazione Berenberg di Amburgo, che nel 2017 lo ha insignito del suo Premio culturale, poco dopo la vittoria del Concorso Internazionale Schubert di Dortmund e del Premio Trio di Trieste, nel 2015, in Duo con la violoncellista Olena Guliei.
Il programma si aprirà con Franz Joseph Haydn e il suo Andante con variazioni in fa min. Hob. XVII:6, noto anche come Un piccolo divertimento, composto da Joseph Haydn nel 1793 e tuttora fra le sue opere più popolari per pianoforte. Una dedica al linguaggio – fatto di sospensioni e di un tessuto armonico mobilissimo e cangiante – che aveva avuto in Carl Philipp Emanuel Bach il suo massimo rappresentante. Si prosegue con Wolfgang Amadeus Mozart e le sue 6 Variazioni su Antonio Salieri “Mio caro Adone” da “La fiera di Venezia” in sol magg. K173, quindi il testimone passerà a Franz Schubert con le 13 Variazioni su un tema di Hüttenbrenner in la min. D576, scandite da un tema insieme grandioso e languido, da una scrittura rigorosa ma libera, declinata con poche e incisive pennellate. Infine Ludwig van Beethoven e le 6 Variazioni su un tema originale in fa magg. op.34, composte nel 1802, influenzate del clima creativo delle importanti Sonate Op. 31, incluse nel catalogo del compositore con numerazone, alla stregua delle «grandi» composizioni, ciascuna progettata come un «mondo compiuto e specifico. Il gran finale con le 15 Variazioni e Fuga in mi bem. magg. “Variazioni Eroica” op.35 sempre di Beethoven, pubblicate nel 1803, momento di rilievo nella storia del rapporto del compositore con la variazione pianistica.
Biglietti disponibili presso TicketPoint Trieste, info acmtrioditrieste.it. La Stagione Cromatismi 3.0 è promossa da Chamber Music Trieste per la direzione artistica della pianista e musicologa Fedra Florit ed è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Banca Mediolanum, Suono Vivo – Padova e Zoogami.
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In copertina, il pianista ucraino Volodymyr Lavrynenko attese domani a Trieste.