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(g.l.) Mai era durato tanto il sonno del “Pust”: si era addormentato alla fine del Carnevale 2020. Poi, a causa della lunga emergenza pandemica, ha dormito per tre lunghi anni nel suo “Cantun”. Oggi, invece, finalmente torneranno essere sciolte le sue catene e sarà libero di scorrazzare per le strade fino a raggiungere il luogo del falò epifanico, il “Palavin”, che lui stesso accenderà.
Infatti, proprio per questo pomeriggio, alle cinque, al calar della sera,  l’associazione culturale Cernedum ha organizzato “Il risveglio del Pust”, tradizionale manifestazione che a Cergneu dà avvio al Carnevale, praticamente con due giorni di anticipo rispetto a quanto avviene in Friuli, dove il periodo più allegro dell’anno comincia l’indomani dell’Epifania, la festa che celebra solennemente Gesù nella Grotta di Betlemme mostratosi ai Magi, e quindi agli occhi del mondo, e che chiude il lungo ciclo natalizio iniziato, secondo la tradizione aquileiese, con il canto del “Missus” durante la novena che precede la Natività.
Nella frazione di Nimis, dunque, una bella ripresa della tradizione che a causa proprio della pandemia era stata oscurata. In questo modo, Cergneu ritorna alla piena normalità, cosa che sicuramente sarà completata la prossima estate quando moltissimi aspettano il ritorno della suggestiva rievocazione medioevale tra i ruderi del Castello. Ma, ovviamente, è ancora troppo presto per parlarne. Intanto, a dominare è proprio “Il Risveglio del Pust”.

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In copertina e qui sopra ecco due immagini della liberazione del “Pust” a Cergneu.

 

 

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