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Più che di festival di “ottavino” – quel piccolo strumento a fiato che Arturo Toscanini definiva “capriccioso” tanta è la difficoltà a domarlo – si può parlare di un vero e proprio evento che ormai da nove anni vede Grado come baricentro internazionale per quella che nel mondo della musica a tutti gli effetti è una vera rivoluzione.
Da sempre questo piccolo strumento è stato considerato il fratello minore del flauto, e negli stessi Conservatori di musica lo si studiava prima d’ora senza alcun approfondimento, come del resto è stato per la viola fino agli anni ’60, anch’essa considerata una costola del più nobile violino, ma resa finalmente strumento indipendente per volontà del maestro Piero Farulli che – con perseveranza – iniziò per lei un nuovo destino oggi riconosciuto nella piccola città di Fiesole, che per questo ne trae benefici culturali e turistici indiscutibili.
Queste operazioni sono molte volte sottovalutate, ma è evidente che nessuna Sinfonia o Opera lirica si può eseguire sia senza viola che ottavino, pertanto da oggi in poi ogni manuale di Storia della musica, ogni Conservatorio a livello mondiale, considererà l’ottavino come strumento autonomo, e di conseguenza anche Grado come il luogo dove tale separazione è nata. Va da sè che un’operazione culturale di tale spessore necessita di leader, di musicisti internazionali che con il proprio spessore rendano incontestabile tale volontà, costruiscano relazioni con i compositori, con le più importanti case costruttrici, entrino nelle sale da concerto, che poi è il nostro caso, e per sempre lo sarà, con il maestro Nicola Mazzanti, colui che per rispetto, autorevolezza e virtuosismo, ha permesso l’accettazione di tutto ciò da parte delle orchestre e dei direttori più famosi.
Anche quest’anno, pertanto, nella prima settimana di luglio – da oggi a sabato all’auditorium “Biagio Marin” -, Grado ospiterà alcuni dei maggiori virtuosi del mondo di questo strumento per svolgere, studiare e dibattere, il repertorio che anno dopo anno si consolida sempre più nel mondo, e le tecniche di esecuzione oggi non più pionieristiche ma riconosciute. Il Festival prende infatti il nome di “International Piccolo Festival” e comprenderà lezioni di musica, convegni e soprattutto concerti che allieteranno sia gli specialisti dello strumento sia i numerosi turisti che ogni anno affollano la Basilica sede delle manifestazioni più prestigiose. Per quest’anno, Nicola Mazzanti – nella sua veste di direttore artistico – ha scelto alcuni illustri musicisti solisti: Pamela Stahel (Svizzera), Ebonee Thomas (Usa), Simone Bodoky-Van Der Velde e Marina Wiedmer (Germania), che collaboreranno con venti giovani virtuosi provenienti da tutto il mondo. Un’ occasione unica per tanti musicisti e quindi anche per Grado che, grazie al Festival, è già inserita nei canali divulgativi delle riviste specializzate traendone un indiscutibile beneficio in chiave turistica. L’organizzazione fa capo a Musica Viva, guidata da Giorgio Tortora, mentre partner del progetto sono la Regione Fvg, il Comune di Grado attraverso gli Assessorati Cultura e Turismo, e la Fondazione Carigo di Gorizia.

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In copertina, il maestro Nicola Mazzanti direttore artistico del festival.

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