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di Giuseppe Longo

Un anno fa si spegneva il giornalista Licio Damiani che, per i suoi meriti, sarà perennemente ricordato nel Famedio del Comune di Udine. E ieri sera in Cattedrale è stata celebrata una Messa in sua memoria: numerosi coloro che si sono stretti accanto alla moglie Annamaria Verbi e ai  figli Stefano e Sabina, e ai nipoti, rinnovando i sensi del proprio cordoglio. Damiani aveva 87 anni e ha lasciato un grato ricordo fra quanti lo seguivano nel mondo della cultura friulana – era un bravissimo critico d’arte – e dell’informazione, quella radiofonica legata alla storica rubrica domenicale di “Vita nei campi”.

Licio Damiani

Il ricordo del figlio Stefano…

… e il nome nel Famedio.

Da molti anni ormai in pensione, la sua inconfondibile voce non si diffondeva più nell’etere, ma chi seguiva, e segue, la popolare trasmissione della Rai, ricorda benissimo l’appassionata e competente conduzione che il giornalista ne aveva fatto per lungo tempo. Tanto che, per questa sua sincera e affettuosa vicinanza al mondo dell’agricoltura, Arga Fvg, l’associazione della stampa agricola guidata da Carlo Morandini, aveva attribuito a Licio Damiani il Premio Carati d’Autore, destinato a coloro che  hanno avuto un ruolo benemerito a favore del settore primario. Damiani, inoltre, nel 2020 era stato insignito del Premio Isi Benini, sottolineando ancora una volta quanto preziosa fosse stata la sua penna a favore della vite e del vino. E lo stesso anno era stato insignito a Tarcento del Premio Epifania, riconoscimento che ha sottolineato il suo particolare legame con la friulanità – sebbene il giornalista fosse originario della oggi croata Lussinpiccolo, isola adriatica che dovette lasciare giovanissimo -, incidendo nel mondo dell’agricoltura, ma anche in quello dell’arte che sa esprimere questa nostra regione.
Alla fine di febbraio, durante una semplice ma partecipata cerimonia, nel Cimitero monumentale di Udine, era avvenuto lo scoprimento della lapide con i nomi dei cittadini benemeriti ai quali è stato aggiunto anche quello di Licio Damiani, subito dopo quelli dell’onorevole e sindaco Pier Giorgio Bressani e dello scrittore Paolo Maurensig. Un segno di riconoscenza meritato e che il capoluogo friulano si è sentito in dovere di tributargli affinché il suo ricordo vivesse per sempre.
Nel cinquantesimo anniversario della morte di Tita Gori, era l’ormai lontano 1991, il Comune di Nimis – che allora avevo l’onore di guidare come sindaco – aveva affidato proprio a Licio Damiani, che come detto era anche un grande e riconosciuto esperto d’arte, la realizzazione di un libro che ricordasse il “suo” pittore. Il giornalista-scrittore dette alle stampe un’opera bellissima che opportunamente intitolò “Tita Gori e i giardini del Paradiso”. E adesso mi piace immaginare anche lui a passeggiare in quei “giardini”, a parlare ancora di arte, di campi e di prodotti tipici del nostro Friuli.

L’omaggio di Maristella Cescutti (arte)…

… e di Marco Buzziolo (giornalismo).

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In copertina, la cerimonia del 27 febbraio al Famedio del Cimitero di Udine mentre parla l’allora sindaco Pietro Fontanini.

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