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di Giuseppe Longo

«Il Friuli è terra bella. Ma dura, non concede confidenza. Sfugge all’attenzione di chi non vive qua. Come una donna bella, ma che non fa niente per attirare gli sguardi, perché
non ama sedurre e tanto meno farsi…sedurre!». Ecco il “ritratto”, schietto, genuino, senza fronzoli, che Dino Persello dà del Friuli e dei Friulani. E questa terra a Nordest con i suoi figli è la protagonista dello spettacolo che l’attore-regista sandanielese, ma originario di Dignano, ha intitolato “I Fùrlans dal Frìul” che presenterà domani a Rivignano, nell’ambito della tradizionale “Fiera dei Santi”. L’appuntamento, organizzato dal Comune di Rivignano Teor, si terrà alle 19 nella sala consiliare di piazza IV Novembre, e avrà quale sottotitolo “Qualità e difetti del nostro Popolo”, come dire che Persello, accompagnato dalla fisarmonica di Pasqualino Petris, farà una sorta di “radiografia” dei Friulani che gli permetterà di illustrare, senza fare sconti, nel bene e nel male il carattere della gente di queste contrade.


Ma non è finita qui. Infatti, dopo la “trasferta” nel paesotto della Bassa, Dino Persello l’indomani, domenica, giocherà in… casa. Come avevamo annunciato nelle scorse settimane, andrà a Spilimbergo per rendere nuovamente omaggio al ponte sul Tagliamento che da cent’anni unisce il suo paese natale con la “città del mosaico”. Alle 18, al Teatro Miotto, tra gli intermezzi del tenore Andrea Binetti accompagnato dal pianoforte di Teo Luca Rossi, presenterà il racconto teatral-musicale “Auguri signor Ponte 100!”, rievocando quella domenica del 19 agosto 1923 quando la grande opera viaria venne inaugurata. Nell’occasione, come già fatto negli spettacoli di Dignano e di San Daniele, Persello presenterà racconti e aneddoti legati appunto al ponte, avveniristico per l’epoca in cui fu realizzato – appena finita la Grande Guerra! -, ma che oggi dimostra tutti i suoi limiti e acciacchi dovuti proprio alla veneranda età.
Ma torniamo al Friuli e ai Friulani, oggetto dello spettacolo di domani a Rivignano. Dino dà “pennellate” affettuose sul quadro che dedica alla sua terra: «Cieli azzurri, torrenti e fiumi che amano nascondersi sotto la superficie, colline morbide e roccia carsica. Vitigni sentinella, ed eserciti di granoturco assetato. Terra silenziosa, ma irrequieta e laboriosa, fateci caso; pietre spietate per le case, mille cortili ruvidi di ghiaia, ghisa luccicante nei trattori che comandano la pianura, come pachidermi nella savana». E il Friulano? «Ha lo sguardo rivolto alla terra, non conosce l’orizzonte. E’ uomo di corpo e di concretezza. E’ passo dopo passo, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone. E’ più di una mentalità, è un modo di stare al mondo, che pregiudica la possibilità di avere menti visionarie, infatti qua non nascerà mai un Ellon Musk o uno Steve Jobs, ma dall’altra parte ci consente di ricostruire Venzone, posizionando le pietre nel loro ordine originale. Numerandole! La lingua rispetta questa essenza. Sentite come parla secco e implicito il Friulano, le parole e i toni, brillano di violenza trattenuta, e la discussione polemica è una disciplina sportiva, roba da professionisti… non vi ci mettete». Ma com’è la gente di qui? «Nelle espressioni verbali – osserva Dino Persello -, viene attuata la disciplina del risparmio, inteso come “se non serve, è inutile!”. E su questo si avvita la disciplina del lavoro, primo parametro di valutazione di un uomo friulano, per cui le virtù, vengono misurate in ore lavorative».
E poi anche il vino che ha fatto conoscere questi vigneti in tutto il mondo… «Il Friuli – spiega l’attore di San Daniele, il paese del prosciutto che crea un’intesa perfetta con i grandi bianchi – è terra di vino, dove qua è gratis. Tutti noi abbiamo in dispensa un minimo di dieci-dodici bottiglie, che non abbiamo mai comprato e, siamo tutti in grado di stabilire se un vino è buono o meno, senza essere sommelier, perché abbiamo una predisposizione genetica. La Ribolla gialla è immensamente meglio del Prosecco, ma non abbiamo il senso degli affari del vicino Veneto. E’ come se a noi bastasse sapere che è migliore, e il doverlo dimostrare, è già di per se una…forzatura».
«Insomma, terra piccola il Friuli, ma al suo interno trovi tutto – osserva Dino, parafrasando Ippolito Nievo che parlò di “piccolo compendio dell’universo” -. Mari e monti, freddo gelido e caldo asfissiante, dolce e…amaro. Forse non ha il fascino della Toscana, l’avanguardia Veneta, il turismo Romagnolo. Si è vero, spesso sanno a malapena che esistiamo, ma non ne
facciamo un dramma. Forse perché sappiamo che il Friuli è uno dei primi avamposti rimasti, dove si può ancora assaporare la vita, senza esserne stritolati. La generosità delle nostre genti è da primato…mondiale! Qui si può ancora far crescere i figli con una certa tranquillità. Si può ancora tornare a casa dal lavoro la sera, in pochi minuti, senza dover trascorrere ore interminabili, incolonnati in qualche raccordo anulare, e magari concedersi un bicchiere di buon vino. Magari, guardando l’orizzonte».
Bellissime parole e considerazioni quelle di Dino Persello che ci offrono un “affresco” con caldi colori, e pure con chiaro-scuri, del suo amato Friuli. Ma dallo spettacolo di domani a Rivignano ne usciranno tante altre, perché a Dino sgorgano dal cuore man mano che parla e si accalora. Vale, insomma, la pena di andare ad ascoltarlo perché quello che vi ha raccontato con queste sue frasi è soltanto poca cosa rispetto a quanto vi dirà domani sera!

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In copertina, Dino Persello accompagnato dalla fisarmonica di Pasqualino Petris.

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